Sperare nel meglio, in buone relazioni con la Russia, ma prepararsi al peggio, che con Mosca vuol dire anche avere a che fare con armi nucleari. Dopo la guerra in Ucraina, la Finlandia ha paura e si avvicina all'addio alla politica del non-allineamento, che la teneva fuori dalla Nato, nel ruolo di partner. Il Parlamento di Helsinki, dove da mercoledì è in corso la discussione parlamentare sull'adesione, vede ora almeno 112 deputati su 200 a favore dell'ingresso nella Nato. Non si tratta di un voto formale ma di indicazioni di voto simbolo di una svolta, alla quale potrebbero presto aderire anche oltre 70 indecisi (i contrari finora sono una dozzina). «La richiesta partirà abbastanza velocemente. In qualche settimana, non qualche mese», ha spiegato giorni fa la premier Sanna Marin. Ci vorranno fra i 4 e i 12 mesi perché tutti e 30 i Paesi membri accettino formalmente. «Ma la Finlandia ha deciso che voleva entrare nella Nato il 24 febbraio, quando le forze russe sono entrate in Ucraina», ha commentato l'ex primo ministro Alexander Stubb, sintetizzando lo shock del Paese di fronte all'invasione avviata dalla Russia, che con la Finlandia condivide una frontiera di 1.340 chilometri.
«Abbiamo numerose truppe russe al confine, sono quelle di difesa militare che combattono in Ucraina e tornano dopo gli attacchi. Ci sono, vicino a noi, forze aeree e navali russe», ha spiegato Janne Kuusela, direttore generale del Dipartimento delle politiche difensive del Ministero della Difesa finlandese. «Non abbiamo paura. Abbiamo una delle forze armate più grandi d'Europa e con i sistemi più avanzati. Ma siamo un Paese molto piccolo (5 milioni e mezzo di abitanti). Cerchiamo di aumentare la sicurezza, chiedendo di unirci alla Nato».
La guerra in Ucraina rievoca nei finlandesi la Seconda Guerra Mondiale, quando l'Unione Sovietica cercò di invadere la Finlandia. Ora i rischi sono ancora più alti. Il ministro degli Esteri Pekka Haavisto ha ammesso che per la prima volta i cittadini lo fermano preoccupati: «Mi chiedono cosa farà la Finlandia se sarà minacciata da armi nucleari o chimiche. Come politico, devi avere una risposta». E quella del leader della diplomazia finlandese è chiara: «La Finlandia non dovrebbe ritardare la sua adesione, altrimenti in futuro la soglia per farlo sarà più alta».
In queste ore sono arrivati i primi segnali del Parlamento. In linea con l'opinione pubblica, che dopo anni di neutralità prima, e di non-allineamento dal 1995, quando la Finlandia raggiunse la Ue dopo la caduta dell'Urss, sa che deve tenersi pronta alla minaccia russa. Il rischio ha ribaltato l'opinione dei finlandesi, ora al 68% favorevoli all'adesione. Con numeri destinati a salire, anche a causa delle dichiarazioni di Mosca.
L'ex presidente russo Dmitry Medvedev, oggi membro anziano del Consiglio di Sicurezza di Mosca, ha avvertito che «la Russia sarà costretta a rafforzare le sue difese nel Baltico, anche schierando armi nucleari» se Finlandia e Svezia si uniranno alla Nato: «L'equilibrio dovrà essere ripristinato».
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