Finta di Di Maio: niente patrimoniale. E annuncia tre donne nell'esecutivo

Giovedì la squadra a 5 Stelle: Esteri, Interno e Difesa «in rosa»

Finta di Di Maio: niente patrimoniale. E annuncia tre donne nell'esecutivo

Roma - Di passi indietro, il candidato 5 Stelle Antonio Tasso non vuole sentir parlare. «Un reato estinto dieci anni fa per prescrizione in fase di appello non può ritenersi equivalente a una sentenza di condanna», scrive su Facebook l'aspirante deputato, reo di non aver informato i vertici di una condanna in primo grado. «Non mi si può definire condannato e incompatibile con la candidatura» aggiunge il candidato pugliese, beccato anni fa dalla guardia di finanza a vendere giochi per Playstation taroccati. Tasso prova a difendersi, ma Luigi Di Maio ha chiesto ai probiviri l'espulsione. Dopo il caso rimborsi, la scoperta dei massoni in lista e la vicenda di Emanuele Dessì, il candidato che ballava con Domenico Spada, l'intransigenza è totale.

Lo stillicidio dei candidati continua. Nel frattempo, i vertici del Movimento cercano di elaborare una strategia per il dopo voto, nell'ipotesi che nessuno riesca a conquistare la maggioranza in Parlamento. Giovedì intanto, annuncia il capo politico, sarà presentata la squadra di governo a 5 Stelle, con tre donne a Esteri, Interno e Difesa. Parlando alla trasmissione In mezz'ora in più, su Rai 3, Di Maio giura di non pensare alle larghe intese. Ma allo stesso tempo, rilancia sulle alleanze «di programma». Se dalle urne non dovesse venire fuori un vincitore proporrà agli altri partiti di firmare «un contratto», allo scopo di «vincolarli». L'invito sarà rivolto a tutti, senza fare distinzioni tra centrosinistra e centrodestra. In trasmissione c'è anche Alessandro Di Battista che scommette sulla debacle dei dem alle urne: «Il livello di consenso del Pd è sotto al 20%».

Sulle convergenze programmatiche, il Movimento mette le mani avanti. Di Maio promette che questa settimana sarà presentata al Quirinale la squadra di governo. Il puzzle dei ministeri si va completando. E il candidato premier fa sapere che i nomi scelti non saranno oggetto di eventuali trattative. I 5 Stelle intendono insomma proporre un patto. La sera delle elezioni, se il Movimento fosse la prima forza politica senza avere i numeri per governare da solo, «faremmo un appello a tutti i gruppi: noi di voi non ci fidiamo, ma se vogliamo mettere insieme i temi su cui costruire il programma di lavoro, noi ci siamo», dice Di Maio, che poi nega l'intenzione di introdurre una patrimoniale, ipotizzata dall'ex assessore alle Partecipate del Comune di Roma, Massimo Colomban. «È una tassa illiberale», ha tagliato corto il candidato premier.

Tra i 5 Stelle tiene banco anche il caso di Salvatore Caiata, il presidente del Potenza calcio, indagato per riciclaggio ed espulso in fretta e furia. Il «bomber», così lo aveva definito Di Maio, è candidato all'uninominale alla Camera in Basilicata. È stato scelto malgrado gli avvertimenti giunti da Siena, dove il patron della società lucana ha fatto cospicui investimenti nel settore della ristorazione.

«Avevamo segnalato che la candidatura di Salvatore Caiata non era opportuna a gennaio, prima della chiusura delle liste», ha detto al Fatto Quotidiano Michele Pinassi, consigliere comunale per il Movimento nella città del palio. Ieri Caiata ha incassato il sostegno del pubblico del Potenza, che gli ha dedicato uno striscione. Il presidente ha poi sfilato in trionfo sotto la curva, dopo la vittoria per 3 a 0 ottenuta dalla sua squadra.

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