Tasse di scopo: è questa la ricetta proposta dal neo ministro della Scuola Lorenzo Fioramonti. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera conferma la necessità di "tassare bibite gasate, merendine e voli aerei che inquinano. L'idea è: faccio un'attività che inquina (volare), ho un sistema di alimentazione sbagliato? Metto una piccola tassa e con questa finanzio attività utili, la scuola e stili di vita sani".
L'impegno preso è quello di far ripartire il decreto Salvaprecari al primo Consiglio dei Ministri, cercando così di abilitare 55 mila supplenti di terza fascia e offrire un concorso straordinario a 24 mila: "Troveremo un modo per tenere insieme i diritti di chi lavora da una vita in classe con la qualità dell'insegnamento e il merito. Quel decreto deve andare in porto al più presto". Al secondo CdM ha annunciato che chiederà invece di abrogare la legge che chiede le impronte digitali per i presidi agli ingressi degli Istituti.
Subito investimenti
Durissima la presa di posizione relativamente agli investimenti: "Ci vogliono subito, nella legge di Bilancio: due miliardi per la scuola e uno almeno per l'università. Lo dico da ora: se non ci saranno, mi dimetto". E ribadisce il diktat del miliardo per l'università: "Questa promessa vale anche da ministro: un miliardo per l'università entro Natale o mi dimetto".
Fioramonti ha poi messo in evidenza le problematiche principali: "L'insicurezza di troppi edifici, la carta igienica portata da casa, il costo dei libri. E le classi pollaio. In Italia si arriva a trenta alunni in aula, in Germania mai oltre ventuno". Al grillino viene obiettato di mandare i suoi due figli a scuola a Berlino: "Ho una moglie tedesca con genitori anziani e malati, è stata la scelta più logica. Credo nella scuola italiana, i suoi studenti sono ancora molto capaci e i suoi docenti eroi civili. Tutti i giorni sono chiamati a occuparsi di un sistema di una complessità intimorente. A volte non hanno la struttura adatta, sicuramente sono sottopagati. Maestri e professori devono tornare a essere persone riverite".
Dal punto di vista sociale si tratta di un sistema "inutilmente competitivo. La scuola italiana è troppo competitiva.
I ragazzi italiani stanno perdendo l'idea dello studio collettivo, la condivisione. A una didattica nuova, con più lingue e la storia non vista solo come una successione di guerre, arriveremo nel tempo, quando avremo risolto i problemi stratificati".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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