Giallo, rosso e verde. Anzi, se aggiungiamo il fucsia di Italia Viva di Matteo Renzi i colori del governo a breve saranno quattro. «Il gruppo alla Camera è organizzato da Fioramonti, non dal presidente Conte», ci tengono a rimarcare fonti del M5s, quasi a smorzare il senso più ampio di un'operazione politica a lungo termine. Che prevede un nuovo centrosinistra con una «gamba» verde ed ecologista. Il cui battesimo dovrebbe arrivare a breve a Montecitorio, con la formazione del gruppo parlamentare guidato dall'ex ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti. Pronto a trasformarsi, se le cose andranno bene, in un movimento politico. Ispirato ai verdi tedeschi e alla galassia ambientalista europea, in crescita elettorale in alcuni paesi.
La formazione, al momento solo parlamentare, dovrebbe chiamarsi Eco. Come ecologia ed economia. Due dei pallini dell'azione politica di Fioramonti. E dovrebbe accogliere al suo interno una pattuglia di transfughi grillini. Il pallottoliere di Montecitorio dice «10 15 deputati», con una cifra che è più vicina all'estremità maggiore della forbice. Una quindicina di peones in fuga dal M5s, in maggioranza giovani alla prima legislatura, dovrebbe costituirne l'ossatura numerica. I nomi che circolano sono quelli di Andrea Vallascas, Rachele Silvestri, Massimiliano De Toma, Paolo Giuliodori, Mara Lapia, Roberto Rossini, Felice Mariani, Paolo Lattanzio, Roberto Cataldi, Nadia Aprile. Ma lo scouting si sta allargando. In particolare, i verdi di Fioramonti puntano a pescare nel bacino di Liberi e Uguali e tra gli ex pentastellati confluiti nel gruppo Misto. Per quanto riguarda Leu si fa il nome della deputata Rossella Muroni, ex presidente di Legambiente, che nei mesi scorsi ha costruito un ottimo rapporto con l'ex ministro. Muroni gli ha espresso solidarietà subito dopo le dimissioni, definendolo un «ottimo ministro». La stessa cosa ha fatto il sottosegretario al Miur in quota Leu Peppe De Cristofaro «continuo a sperare che ci ripensi», ha detto nelle ore successive all'annuncio dell'addio di Fioramonti. La lista verde, se la sinistra radicale dovesse confluire nel Pd di Zingaretti, potrebbe essere un paracadute elettorale in caso di elezioni per gli ecologisti eletti in Leu.
Ancora più caldi i telefoni degli ex grillini. Non solo alla Camera ma anche al Senato. Cinque deputati e sei senatori in cerca di una casa. Anche tra di loro ci sono personaggi vicini alle idee ambientaliste, come la senatrice Paola Nugnes, simpatizzante di Fioramonti. E la deputata Veronica Giannone che, sulla scia dell'ex ministro ha attaccato il meccanismo delle restituzioni. Lanciando un accusa pesante nei confronti di molti grillini che «portano in detrazione alla Camera la spesa dei 300 euro mensili di Rousseau». Una spesa che «dovrebbero pagare di tasca loro, e non far pagare ai cittadini».
Un senatore, tra quelli indiziati di essere vicini a Fioramonti, prima smentisce: «Ora sono fuori con la mia famiglia fino a dopo l'Epifania, ma nessuno, fino ad oggi, ha contattato gli ex del Movimento, si
tratta di deduzioni giornalistiche e fake news». Poi si lascia scappare un auspicio, smentendo a sua volta se stesso: «Continuare le nostre battaglie ambientaliste nel nuovo contenitore politico di Fioramonti? Chi può dirlo»
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