I sei referendum sulla Giustizia proposti da Lega e Radicali trovano il consenso anche della deputata Raffaella Paita (Italia Viva) presidente della commissione Trasporti della Camera, che ha firmato ieri. Anche da vittima di una magistratura che le procurò uno stop alla carriera politica.
«Sono stata indagata, processata e assolta due volte con una sentenza passata in giudicato per l'alluvione di Genova - racconta al Giornale - ho perso le elezioni anche perché la mia indagine ha avuto luogo durante la mia competizione elettorale, penso di avere il dovere di portare avanti una battaglia che reputo giusta a prescindere dalla mia vicenda personale e dalle scelte che altri colleghi matureranno in completa autonomia». Per la deputata la sua storia personale «dimostra che bisogna credere nella giustizia, ma anche come un cieco giustizialismo possa compromettere percorsi e rovinare vite. Una giustizia equilibrata è fondamentale per ricostruire fiducia nelle istituzioni e dare forza a quella magistratura che lavora con serietà ogni giorno».
Le ragioni della sua scelta «stanno in una grande battaglia culturale condotta insieme alle persone - sottolinea - . Sono sicura che il governo su una serie di riforme, anche sulla Giustizia, arriverà a compimento visto che il ministro Cartabia ha già dato buona prova del suo lavoro, però sono anche convinta che uno stimolo esterno sia funzionale e propedeutico a un risultato che poi il governo avrà». E continua: «Sono andata a firmare nel banchetto dei Radicali, ma se questa battaglia è sposata anche da forze politiche di destra non solo non mi dà fastidio, lo considero un atto di civiltà. Io poi non ho la fobia della destra».
Intanto, prosegue la raccolta firme per i sei referendum. Ieri il via libera del Consiglio regionale della Lombardia alla presentazione della richiesta di sei quesiti abrogativi sulla giustizia. Non ha, come era immaginabile, partecipato al voto il Pd.
Nei prossimi giorni altri consigli regionali guidati dal centrodestra dovrebbero muoversi nello stesso senso. Entro un paio di settimane anche quello della Liguria. Domenica solo nei 1.500 gazebo di raccolta si era giunti alla cifra di oltre 200mila firme.
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