Il Fisco amico dei cittadini, bandiera del viceministro dell'Economia Maurizio Leo e del premier Giorgia Meloni, ha anche un volto telematico. L'obiettivo, questa volta, è eliminare le estenuanti code agli sportelli dell'Agenzia delle Entrate che rendono spesso doppiamente spiacevole per il contribuente il rapporto con l'amministrazione fiscale. Il Piano integrato di attività e organizzazione 2024-26 dell'istituzione guidata da Ernesto Maria Ruffini prevede, infatti, che il 90% dei servizi quest'anno sarà erogato su appuntamento. Stop alle file e alle levatacce per prendere il numero, una pratica già sperimentata con successo da Poste Italiane.
A questa innovazione si aggiungerà il potenziamento dei servizi telematici con l'attivazione dello «sportello digitale», che quest'anno assorbirà l'87% del totale, per arrivare a sfiorare il 90% nel 2026. La registrazione di 1,7 milioni di contratti di affitto (92% del totale) è avvenuta per via telematica e sempre dal web si registrano i comodati (62% del totale) e i contratti preliminari di compravendita immobiliare (55% del totale). Lo stesso vale per le successioni (93%) e gli atti dei notai (98%).
Discorso diverso per la precompilata con l'adozione di una nuova procedura guidata con domande semplici. L'agenzia stima che quest'anno sarà utilizzata da 24,5 milioni di contribuenti, che diventeranno 25,1 milioni nel 2026. Prevista in aumento anche la quota di coloro che effettuano autonomamente la dichiarazione dei redditi: 4,7 milioni nel 2024, 4,9 nel 2025 e 5,1 nel 2026. Ma ad utilizzare il modulo già compilato ci sono anche 19,8 milioni di intermediari quest'anno e 20 milioni a partire dal prossimo anno. Ora la dichiarazione è praticamente fatta, contiene in media l'87-90% dei dati che poi vengono rispediti al Fisco con la compilazione finale. Prevista, inoltre, l'erogazione dei rimborsi Iva entro 75 giorni o l'impegno a diffondere il 95% dei documenti interpretativi (circolari e risoluzioni) almeno 60 giorni prima dell'applicazione.
L'altro capitolo di attività dell'Agenzia delle Entrate è rappresentato dal contrasto all'evasione. Si stimano 320mila controlli (quelli più approfonditi basati su analisi di rischio) in un anno, realizzati anche attraverso le verifiche informatiche, meno invasive, o con la selezione di 65-75mila posizioni da sottoporre ad analisi insieme alla Guardia di Finanza. A tutto questo si aggiungerà l'impiego dell'intelligenza artificiale per analizzare tutte le dichiarazioni presentate. Il sottinteso, infatti, è impostare azioni di alto profilo anche dal punto di vista qualitativo in modo tale da «reggere» eventuali ricorsi presso le commissioni tributarie. Il target preventivato è il successo nel 70% dei casi e per il 74% degli importi. I controlli sono solo uno dei quattro settori operativi dell'Agenzia, dai quali si guarda con attenzione ai possibili ricavi: 11,1 miliardi nel 2024, 11,2 miliardi nel 2025 e 11,3 miliardi nel 2026.
Anche lo scambio informativo con gli altri Paesi viene considerato importante: tanto che il 93-95% delle posizioni segnalate sarà passato al setaccio. Poi ci sono meccanismi di compliance, si direbbe di confronto costruttivo e preventivo. Ecco che le Entrate stimano di inviare poco più di 3 milioni di comunicazioni per favorire i versamenti spontanei, soprattutto dei contribuenti partite Iva. E di ricevere adesioni e risposte positive nel 61% dei casi già quest'anno, per arrivare al 65% del 2026. C'è poi una parte di rilievo dedicata alle imprese medio grandi, con attività anche estere.
Di fatto un'attività di prevenzione dalla quale si punta ad incassare 3,1 miliardi di euro con i cosiddetti «accordi preventivi» e con l'identificazione di tempi definiti per le istanze di patent box, ossia le valutazioni dei beni immateriali come i marchi.
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