Il flop degli "Schlein boys". Caporetto sulle nomine

I fedelissimi della leader sotto processo dei big. Zingaretti: "Andiamo a sbattere". De Luca punge.

Il flop degli "Schlein boys". Caporetto sulle nomine

La «comitiva» di Elly Schlein fa infuriare i big del Pd. Da Zingaretti a De Micheli. Fino al vulcanico presidente della Campania Vincenzo De Luca: i ragazzi piazzati da Elly al vertice del partito sono un disastro. I malumori si moltiplicano. E non solo tra gli avversari di Schlein. Ora anche chi l'ha sostenuta al congresso, come Bettini, Zingaretti e Franceschini, non nascondono più i dubbi sulla scelta.

Un esempio dell'inadeguatezza? Ieri a Montecitorio si eleggevano i componenti laici delle magistrature speciali. Per intenderci: Consiglio di Stato, Corte dei Conte e Giustizia tributaria. La squadra di Elly ha dato prova, ancora una volta, di inesperienza. Ai tempi di Renzi e Veltroni a gestire la partita delle nomine c'erano Goffredo Bettini e Luca Lotti. La neosegretaria si è affidata agli sconosciuti Igor Taruffi, Marta Bonafoni e Marco Furfaro. Risultato? Conte ha fregato Schlein portando a casa l'elezione dell'ex ministro Alfonso Bonafede al consiglio di presidenza della Giustizia tributaria. Il Pd sbrocca. Schlein infuriata ordina ai parlamentari di abbandonare la seduta. Poi corre dai giornalisti e attacca: «Oggi è una giornata di forzature da parte della maggioranza, noi andremo avanti a ricordare quali sono le prerogative dell'opposizione. Noi non partecipiamo al voto perché avevamo posto il tema del rispetto delle prerogative dell'opposizione».

L'appello alle opposizioni cade nel vuoto. Terzo Polo e M5s si accordano con la maggioranza e vanno avanti. Ennesimo capolavoro di strategia politica. Al netto del flop, la brigata di Elly è una croce. Più che una segreteria sembra lo staff di un assessore. Per Paola De Micheli non è un problema anagrafico ma progettuale. «Che idea di Paese abbiamo?».

Nicola Zingaretti, altro sponsor di Schlein, si è sfilato: «Con Elly andiamo a sbattere dopo le Europee», avrebbe confidato ai suoi. Dario Franceschini è serafico: «Con Furfaro e Corrado il 30% alle Europee lo vediamo solo dal binocolo», avrebbe ironizzato due giorni fa dopo l'addio Enrico Borghi.

Bettini è già scappato in Thailandia. Gianni Cuperlo, il più infuriato per i nomi della segreteria, bluffa: «È una scossa positiva, suscita entusiasmo e i segnali sono di un recupero di consensi». Le amministrative di maggio saranno la prima curva pericolosa per Schlein. Un risultato negativo potrebbe mandare già fuori pista l'auto di Elly. L'intervista a Vouge è stata la Caporetto per la sua comunicazione. «Ma chi suggerisce queste genialate?», si chiedono tutti al Nazareno. Flavio Alivernini, il biografo di Laura Boldrini. «Bene, Boldrini è stata la presidente della Camera meno amata della storia. Con Schlein siamo sulla buona strada», si sfoga al Giornale un senatore dem con passato da comunicatore.

Sull'intervista a Vouge il presidente campano De Luca va a nozze nella sua diretta social: «Abbiamo appreso da un'intervista rilasciata dall'onorevole Schlein, nuova segretaria del Pd, che la stessa si avvale della consulenza di una armocromista, cioè di una esperta che consiglia la scelta dei colori nell'abbigliamento. Un'armocromista che si fa pagare 300 euro all'ora. La signora si chiama Enrica Chicchio. Cacchio verrebbe da dire.

Vorrei suggerire una cosa semplice all'onorevole Schlein: se mi paga la metà di quanto prende Enrica Chicchio, sarei in grado di proporre un risultato dal punto di vista cromatico anche migliore. Personalmente ho avuto un movimento di commozione davanti a questa notizia». Per ora l'avvio di Schlein è manna dal cielo per vignettisti e cabarettisti.

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