Foa: "Rai indispensabile nell'emergenza. Conte? Giusto dare diritto di replica"

Il presidente parla di come la Rai sta raccontando questo difficile momento per il Paese: "Il ruolo del servizio pubblico è e deve essere plurale. Aperto a idee diverse e magari contrastanti"

Foa: "Rai indispensabile nell'emergenza. Conte? Giusto dare diritto di replica"

Il presidente della Rai, Marcello Foa, parla all’Adnkronos. E affronta tutti i temi all’ordine del giorno. Il servizio pubblico, in questi tempi di coronavirus, ha dimostrato la sua funzione indispensabile. E lui non si esime dal ricordarlo. In una lunga intervista affronta molti temi di attualità legati all’emergenza sanitaria e non solo. Parte dalla Rai. Come cambierà? Ecco la ricetta di Foa: "Innanzitutto, la crisi del coronavirus ha dimostrato l’importanza del servizio pubblico e la sua funzione che appare indispensabile in questi frangenti. Rilevo altri insegnamenti importanti: le esigenze maturate in tema di istruzione devono servirci per migliorare e affinare il nostro servizio di supporto civico in caso di emergenza. Dunque, disporre di canali e strutture adeguate per rispondere con prontezza a esigenze particolari".

Sul tema fake news la Rai, annuncia Foa, ha appena creato una task force sulle fake news legate al coronavirus che è gestita con molto equilibrio da Antonio Di Bella. È una task force composta da medici e scienziati che permette alle redazioni di valutare notizie che sono di difficile comprensione per i giornalisti e che richiedono conoscenze specialistiche. "È uno strumento interno di supporto a mio giudizio utile, che rispetta l’autonomia delle redazioni e che non ha alcuna pretesa censoria. È importante sottolinearlo".

Tema delicatissimo quello delle previsioni funeste sui ricavi pubblicitari e le spese degli eventi sportivi nel 2021 da mettere in preventivo che peseranno molto anche sull’indotto della Rai fatto di circa 2mila partite Iva che ora non stanno lavorando, di piccoli produttori di documentari e non solo che premono per poter avviare progetti già pronti con cui riempire i palinsesti che fra qualche mese potrebbero entrare in sofferenza."Questo è un tema che è stato recepito all’unanimità dal Cda e l’Ad ha il mandato per intraprendere tutti i passi opportuni per garantire risorse economiche adeguate alla Rai. Noi - continua Foa - siamo consapevoli che il servizio pubblico nei prossimi mesi potrà e dovrà svolgere il ruolo di volano per un settore che è da sempre rilevante e che oggi è praticamente fermo".

Poi si passa a parlare dell’Europa. La pandemia sta imponendo una riflessione acuta sul ruolo che l’Italia vorrà giocare in Europa e su quale nuova Europa possa nascere dal post Covid-19. Assume, quindi, un significato maggiore il ruolo della Rai nella piattaforma digitale unica di informazione europea che dovrebbe prendere il posto del canale Euronews. Quale può essere a suo parere il ruolo della Rai in questa piattaforma? "Il progetto di una piattaforma digitale europea - spiega Foa - si sta sviluppando in queste settimane e sta per entrare in una fase più concreta la cui implementazione non spetta al presidente, ma all’amministratore delegato, che, in presenza di decisioni gestionali rilevanti, informerà il Cda. È significativo che la Rai abbia avuto un ruolo importante sin dalle prime fasi e il mio auspicio è che possa continuare ad averlo anche in futuro. Ne va anche del prestigio del nostro Paese".

Negli ultimi giorni ha sollevato grandi polemiche il servizio del Tg1 su Alzano Lombardo, polemiche contro la scelta della testata di intervistare un primario con voce mascherata e volto coperto ai fini di fare luce sulla vicenda dell’ospedale dove è nato il focolaio ufficiale della Bergamasca. Foa non si sottrae alla domanda, ma parte da una premessa: "Premettendo che ogni testata ha la propria indipendenza editoriale, è fondamentale che sia data la possibilità alle parti in causa di rispondere in tempo reale ad accuse mosse oltretutto da fonti anonime, affinché l’informazione sia oggettiva, equilibrata e verificabile. Quanto alla messa in onda di interviste mascherate, è un tema delicato e dibattuto anche in ambito accademico. Si tratta di tecniche diffuse nel giornalismo di inchiesta, ma che vengono usate molto più raramente in un grande telegiornale nazionale, proprio perché facilmente oggetto di controversia e di polemica".

Quanto alla possibilità per Rayplay di offrire corsi in inglese in attesa della realizzazione del canale in inglese che è in stand by per motivi contingenti, Foa osserva: "I contenuti editoriali non rientrano nel mio mandato, certo la Rai non respinge a priori idee costruttive e di buon senso. Ben vengano tutte le iniziative che rafforzino il ruolo educativo della radiotelevisione pubblica, tanto più in momenti drammatici come questo".

Come ritiene che la Rai stia traducendo il pluralismo cui è chiamata e di cui lei è garante? Ecco la risposta che Foa dà all’Adnkronos: "Io ho avuto il privilegio di crescere alla scuola di Indro Montanelli, che è quella di un liberalismo classico, tenace nella difesa delle libertà individuali ed economiche ma che al contempo non è dogmatico e induce a coltivare l’arte del dubbio, a interrogarsi in continuazione su una società in continua evoluzione. E che, visto il momento in cui viviamo, è più che mai attuale. L’intellettuale davvero liberale non è conformista, è aperto verso chi non la pensa come lui. Questa è la mia idea di pluralismo: rispetto e apertura".

Altro motivo di dibattito riguarda il discorso di Conte in diretta televisiva e l’attacco alle opposizioni. "Mi sembra che il caso sia risolto.

È normale che se il presidente del Consiglio cita criticamente in tv esponenti politici nell’ambito di una conferenza stampa istituzionale, costoro abbiano la possibilità di replicare. La Rai non entra nel merito, ma si sforza di garantire con equilibrio il pluralismo”.

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