"Fondatori di Israele contaminati dal razzismo europeo". Un altro dem nella bufera

Scoppia la bagarre su un’intervista rilasciata dal candidato del Partito Democratico nel 2020 a Giovani palestinesi d’Italia. Malan tranchant: “Inquietante”

"Fondatori di Israele contaminati dal razzismo europeo". Un altro dem nella bufera

I valori della sinistra ma non solo. Diversi candidati del Partito Democratico alle prossime elezioni hanno anche un altro tratto in comune: l’ostilità nei confronti di Israele. Pensiamo a Raffaele La Regina, che paragonava la legittimità dello Stato di Israele all’esistenza degli alieni. Oppure a Rachele Scarpa: “Chi si ostina a parlare del 'diritto di Israele di difendersi' si rifiuta di cogliere la gravità e la complessità della situazione”, il suo pensiero. Ora è il turno di Michele Piras, candidato sull'uninominale in Sardegna,

Già deputato dal 2013 al 2018 con Sel, Piras nel 2020 ha rilasciato un’intervista a Giovani palestinesi d’Italia. Le sue affermazioni non lasciano spazio a dubbi: “Millenni di esistenza della comunità ebraica in Europa hanno prodotto una contaminazione molto importante, precisamente di disvalori, come quelli appunto del razzismo, della supremazia bianca, o insomma di un modo oppressivo di imporre i propri valori, di costruire società chiuse”.

Ma non è tutto. Come denunciato da Lucio Malan (Fratelli d’Italia), nella stessa intervista Piras ha rivendicato di “dialogare, oltre che con Al Fatah, anche con il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, considerato ufficialmente organizzazione terroristica da Unione Europea, USA e Canada, e con 'gruppi di azione politica più religiosi’, definizione che fa pensare a Hezbollah, Hamas e jihadisti”.

Nel mirino del senatore di Giorgia Meloni è finito anche il Partito Democratico, considerando gli ormai numerosi casi registrati in campagna elettorale: “Com'è possibile che nella schiera dei candidati vi siano non uno, ma parecchi casi di radicale ostilità a Israele e persino alla 'comunità ebraica in Europa’? Con quale criterio sono stati scelti? Quali provvedimenti saranno presi? Possibile che in anni di militanza nessuno nel più strutturato partito oggi esistente si sia accorto di queste posizioni?”.

E non è finita qui. Su Twitter, l’economista Riccardo Puglisi ha ricordato un’altra vicenda: Piras, infatti, invitò in Parlamento Sulaiman Hijazi, sostenitore di Hamas. Questo quanto affermato in un post pubblicato su Facebook, poi cancellato: “Il nostro movimento della resistenza che ha combattuto e continua a combattere in Palestina (Hamas)”.

Nessun allarme fascismo in caso di vittoria del centrodestra, anzi, se c’è un pericolo di antisemitismo, questo sta a sinistra. Come evidenziato su Il Giornale da Alberto Giannoni, anche Salvini ha condannato fermamente il caso dei giovani candidati dem incappati in dichiarazioni anti-Israele ai microfoni Israel Hayom, giornale ebraico di area Likud. “Chi è nemico di Israele, in Italia, in Europa e nel mondo, è nemico della libertà, della democrazia e del sottoscritto”, la posizione del leader leghista.

Al centro delle polemiche, Piras ha preso posizione. “L’antisemistismo non mi appartiene”, ha fatto sapere in una nota. Secondo il candidato dem, la sua storica vicinanza al popolo palestinese non può essere strumentalizzata per una campagna di distorsione che gli attribuisce pensieri e parole mai dette: “L'esistenza di Israele per me non è in discussione e nemmeno il suo diritto alla sicurezza, e estrapolare frasi da un discorso più ampio è solo un modo dei tanti per fare falsa informazione. Credo nel dialogo, come unico e supremo strumento per dirimere i conflitti, fra questi anche quello israelo-palestinese”. A tal proposito, ha ricordato la missione in Palestina nel 2013 in visita alla Knesset per promuovere il dialogo.

“La polemica di Lucio Malan è la classica fake news a cui ci ha abituato la destra”, l’accusa di Piras, che si è anche detto pronto a studiare “il modo per far valere le mie ragioni in giudizio”.

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