U n colpo di teatro dentro una settimana già complicata: il governatore lombardo Attilio Fontana mette la mascherina davanti alla telecamera ed entra in semiautoisolamento, una mezza clausura annunciata con la diretta su Facebook. Un gesto vistoso: inevitabili decollano le polemiche. Attacca l'ex segretario del Pd Maurizio Martina: «L'immagine del presidente Fontana con una mascherina sul viso è un grave danno ai cittadini, alle imprese e a tutto il Paese».
Sulla stessa lunghezza d'onda, anzi ancora più duro, il leader di Azione, Carlo Calenda: «Fontana è un completo irresponsabile». Poi Calenda motiva quel che molti pensano: «Questa foto farà il giro del mondo. Confermerà l'idea dell'Italia paese assediato e paralizzato dal virus».
Chi girava lunedì per le strade di Milano, deserte e silenziose come solo a Ferragosto o durante un big match di calcio, poteva immaginare di essere finito dentro un film del neorealismo: i bar vuoti, le saracinesche abbassate, infilate di tavoli senza vita dietro le vetrine dei ristoranti. C'era davvero bisogno di questo tocco ulteriore?
Fontana prova a chiarire: «Indossare la mascherina non è una scelta di esibizionismo o allarmismo, significa comunicare la possibilità di vivere e lavorare normalmente, prendendo precauzioni a tutela propria e del prossimo».
Insomma, il governatore vuole mostrare la vita che continua ai tempi del coronavirus, anche perché la patologia arrivata dalla Cina fa tanta paura ma si accanisce solo sui soggetti più deboli e fragili. Gli altri, tutti gli altri, la sconfiggono, come comincia ad emergere anche nel nostro Paese.
Fontana si è trovato in una situazione non facilissima: una sua collaboratrice, nello staff della segreteria della presidenza, è risultata positiva e a quel punto il virus è entrato ufficialmente anche a Palazzo Lombardia, cuore della Regione. Fontana si è sottoposto a sua volta al tampone ed è risultato negativo, ma a questo punto ha deciso di sfidare il nemico che aveva scalato il grattacielo, uno dei simboli della città.
A Roma i giornalisti della sala stampa estera chiedono a Giuseppe Ippolito, direttore dello Spallanzani, uno dei nosocomi all'avanguardia nella lotta alla malattia, se il governatore abbia esagerato e Ippolito cerca una risposta senza sbilanciarsi: «Credo che il presidente Fontana abbia preso questa precauzione per dare a tutti un segnale ulteriore di comunicazione non verbale».
Insomma, Fontana prova a far convivere normalità ed emergenza, lungo una linea inedita che viene tracciata per la prima volta. «Ma una persona negativa - aggiunge Ippolito - non ha bisogno di mascherina».
Il passo di Fontana può essere letto in un modo o nell'altro, ma lui precisa davanti ai microfoni di Rtl 102.5: «Metterò la mascherina in modo che se per caso improvvisamente divento positivo evito di infettare magari chi mi è vicino e chi parla con me».
Dunque, nessun segnale simbolico, ma l'orizzonte corto della routine semicarceraria di queste settimane pesanti. Poi il governatore parla della collaboratrice contagiata: «Sta moderatamente bene, è in ospedale ed è sotto controllo. Mi auguro che nel giro di pochi giorni possa essere dimessa».
Ma le polemiche non si placano.
«La mascherina in diretta Facebook non serve - punge Matteo Orfini del Pd - come non serve metterla alla Camera». Più comprensivo Matteo Salvini: «Fontana? Ha solo seguito le direttive». Poi finalmente arriva una buona notizia: «Sono ricoverata - fa sapere la paziente 1 della Regione - ma non ho nemmeno la febbre».
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