«Tutti i team e il personale presente sul campo dovranno stare in piedi e mostrare rispetto per la bandiera e per l'inno». Stop alle proteste, basta con i giocatori inginocchiati durante The Star-Spangled Banner: la National Football League assume una posizione rigida in vista della prossima stagione. Non saranno più tollerate proteste, come quelle «inaugurate» da Colin Kaepernick -ex quarterback dei San Francisco - disoccupato da oltre un anno- concepite inizialmente contro le violenze della polizia e in generale contro la discriminazione nella società americana. L'esempio di Kaepernick, che ha indicato la strada nel 2016, è stato imitato da numerosi giocatori. La vicenda, prevedibilmente, è diventata argomento di discussione ben al di là dei confini dello sport e la National Football League è stata criticata aspramente anche dal presidente Donald Trump per l'assenza di provvedimenti nei confronti dei giocatori, definiti «figli di p..» dall'inquilino della Casa Bianca.
A 4 mesi dall'inizio del campionato dunque, la lega ha rotto gli indugi e dettato la linea con un protocollo articolato in 6 punti. Una svolta, con regole e sanzioni che non arrivano al licenziamento auspicato più volte da Trump. I giocatori però vengono autorizzati eventualmente, a rimanere negli spogliatoi prima dell'inizio della partita e a presentarsi sul terreno di gioco solo a conclusione del cerimoniale. Se un giocatore durante l'inno sceglierà di inginocchiarsi in campo, e davanti alle telecamere, la National Football League -come prevede il quarto punto- punirà la squadra di appartenenza con una sanzione pecuniaria. Ogni franchigia, poi, potrà adottare provvedimenti nei confronti dei tesserati che non mostrino rispetto per la bandiera e per l'inno. L'iter, infine, prevede la possibilità di intervento del commissioner Roger Goodell con ulteriori misure disciplinari. «Purtroppo -ha spiegato il commissioner- le proteste in campo hanno creato l'errata percezione secondo cui migliaia di giocatori della Nfl fossero antipatriottici. Non è e non è mai stato così». L'associazione dei giocatori non sembra aver gradito la svolta: «La Nfl ha scelto di non consultare il sindacato dei giocatori nello sviluppo di questa nuova policy.
I giocatori hanno mostrato il loro patriottismo attraverso le attività sociali, il servizio nella comunità, il sostegno alle forze armate e alle forze dell'ordine e -sì- attraverso le proteste con cui hanno suscitato attenzione sulle questioni che ritengono importanti», si legge in una nota.
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