Formigoni e la sua nuova vita ai servizi sociali. Terrà lezioni di italiano per le suore straniere

L'ex governatore era ai domiciliari: deve ancora scontare più di un anno

Formigoni e la sua nuova vita ai servizi sociali. Terrà lezioni di italiano per le suore straniere

È la nuova vita di Roberto Formigoni: insegnante di italiano alle suore straniere. Un proposito che l'ex presidente della Regione Lombardia coltivava da tempo, tanto da averlo formalizzato in una richiesta presentata addirittura due anni fa al tribunale di sorveglianza di Milano. L'attesa, interminabile come solo in Italia può essere, è finalmente terminata e la risposta è positiva. Formigoni sconterà la pena residua, in pratica poco più di un anno, raggiungendo tutte le settimane il Piccolo Cottolengo Don Orione e qui cercherà di spiegare la lingua di Dante alle consorelle che danno una mano alle poche suore italiane impegnate sulla frontiera della disabilità.

Tecnicamente, il periodo che comincia ora è quello dell'affidamento in prova ai servizi sociali, terza fase nell'espiazione della pena, dopo la detenzione a Bollate e poi quella in casa.

Il Celeste, come lo chiamavano ai tempi d'oro, non ha mai ammesso le proprie responsabilità ma in qualche modo ha «accettato la condanna», pesantissima, a 5 anni e 10 mesi per corruzione nell'inchiesta Maugeri.

Peraltro non sono mai state trovate le tangenti, ma i giudici di Milano hanno aggirato il problema, non di piccolo conto, addebitando a quello che era forse l'uomo più potente in città i pranzi nei ristoranti stellati, i viaggi, le vacanze e tutto il sontuoso sistema di benefit che gli era stato cucito addosso.

Ormai quella è storia. Il presente consegna un uomo sempre appassionato di politica, che ha tagliato il traguardo dei settantacinque anni, e che prova a ripartire dalla propria disavventura. In questi anni l'ex governatore non ha mai sgarrato, ha rispettato scrupolosamente le prescrizioni e quindi il «percorso di reinserimento» può essere completato, svolgendo un lavoro utilissimo: le religiose sempre più numerose che arrivano da tanti Paesi a Milano masticano poco o nulla il nostro idioma e dunque le lezioni colmeranno una lacuna importante e faciliteranno il loro inserimento a servizio degli ultimi.

Certo, fa riflettere la parabola di Formigoni: dal '95 al 2013 presidente della Lombardia, di gran lunga la Regione più popolosa e dinamica del Paese, sempre nell'attesa di salire ancora più in alto, ai vertici del centrodestra. Per una lunga stagione in rampa di lancio, «l'eterna promessa» finisce come altri big nel mirino della magistratura e la sua carriera si chiude fra i controlli ossessivi sui suoi conti e su quelli dei suoi familiari e la pubblicazione delle foto di lui che si tuffa da una barca nelle acque cristalline dell'oceano. Un'immagine suggestiva che è la vera sentenza di colpevolezza perché diventa la prova regina della sua presunta appartenenza alla casta.

Tutta una lunga storia di potere, a tratti arrogante ma ricco anche di proposte e di iniziative che hanno cambiato la vita dei lombardi, dal buono scuola al nuovo sistema sanitario, finisce nella polvere. C'è chi sostiene che la Lombardia, pur fra limiti ed errori, sia l'unica Regione che ha tradotto nella realtà il programma liberale della coalizione berlusconiana.

Non importa, il clima politico cambia, il vento dell'indignazione grillina colpisce le figure simbolo di un passato ritenuto compromesso.

Formigoni protesta, si difende, grida al complotto ma non riesce a fermare la macchina giudiziaria che infine lo travolge. Ora si volta pagina. L'ex governatore rientra nella società civile, anche se ormai i grandi giochi della politica si fanno altrove.

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