Forza Italia torna in pista: con la Lega, non succubi

Berlusconi convinto del ruolo decisivo del partito E progetta un rilancio di peso con le liste civiche

Forza Italia torna in pista: con la Lega, non succubi

A Merano, dove Silvio Berlusconi si concede qualche giorno di riposo fino a domani, arrivano le frasi di Carlo Calenda che, lanciando il Fronte Repubblicano, parla di elettori di Forza Italia più vicini al Pd che alla Lega e a M5S e aggiunge che Fi «sta messa parecchio peggio del Pd». Il Cavaliere stima l'ex ministro dem, ma queste dichiarazioni non le apprezza. Non si capisce proprio, confida ai suoi, cosa sarà il Pd.

Quelle di Calenda sembrano al leader azzurro provocazioni, forzature. Il suo partito, ragiona, è forza determinante nel centrodestra unito e vincente, l'hanno confermato le amministrative, mentre i dem sono gli sconfitti. «Calenda sbaglia diagnosi- commenta il deputato azzurro Luca Squeri-: Fi è parte integrante della coalizione che ha vinto il 4 marzo e che continua a vincere negli enti locali, attirando consenso e fiducia degli elettori».

Berlusconi sa che il rilancio e la riorganizzazione del partito non si possono più rinviare e se Calenda parla di andare «oltre» il Pd, lui ha già indicato un «oltre» Fi nella forza dispersa e frantumata delle liste civiche, che tanto hanno pesato alle amministrative per l'affermazione della coalizione. Sa anche, il Cav, che nella base c'è un grande dibattito sulle prospettive future e malumori che vanno affrontati. Subito dopo i ballottaggi, ha dedicato un altolà a Giovanni Toti, che cerca riconoscimenti personali, chiede maggiore collegialità e insiste sul partito unico. E il presidente della Regione Liguria corregge un po' il tiro. «Nessuno ha mai messo in discussione, tanto meno io, il ruolo del fondatore Berlusconi, ma questo non vuole dire non mettere in discussione il ruolo di tutti noi. Tanti sono intervenuti, da Gelmini a Carfagna a Tajani, e mi auguro che questo dibattito costruttivo possa continuare nelle sedi appropriate e attraverso gli strumenti del consenso che vigono in tutte le democrazie e all'interno del nostro partito. Per competere con la Lega, con gli amici della coalizione, senza esserne succubi».

Non farsi dettare la linea dal Carroccio al governo, ma fare opposizione con messaggi diversi e rimarcare la propria identità è la raccomandazione del presidente azzurro del Parlamento Europeo, Antonio Tajani. L'ha detto agli azzurri alla Camera, l'ha ripetuto alla Festa dell'Avvenire a Matera. Fa appello all'unità del centrodestra, ma cita il successo di Viterbo, unico capoluogo del Lazio al voto, dove ha vinto il candidato di Fi, sostenuto da tutta la coalizione, Giovanni Arena. «Senza Fi - assicura- il centrodestra non vince. Dobbiamo lavorare uniti e con il rinnovamento di Berlusconi Fi sarà competitiva».

A Montecitorio gli azzurri presentano la proposta di legge per e un ministero del Made in Italy. «Crediamo nel brand Italia,che vogliamo far conoscere sempre di più nel mondo», spiega la prima firmataria Benedetta Fiorini.

«Puntiamo sulle quattro A del Made in Italy: Abbigliamento, Arredo, Alimentari e Automazione», dice il portavoce azzurro Giorgio Mulè. E Catia Polidori, vicecapogruppo alla Camera, chiede al governo gialloverde di «sottoscrivere presto la proposta, per far ripartire il nostro Paese».

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