"Fosse per me il governo sarebbe già finito". Ora Giorgetti dubita dell'alleanza

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio sempre più insoddisfatto. E ora minaccia la tenuta dell'esecutivo

"Fosse per me il governo sarebbe già finito". Ora Giorgetti dubita dell'alleanza

È la domanda che tutti si pongono: Matteo Salvini scaricherà o no Luigi Di Maio? Le differenze tra Lega e Movimento 5 Stelle sono note. E in questi mesi - vedi gli sgambetti sulla legittima difesa e sul reddito di cittadinanza - non sono mancati gli scontri. Ora pare che i grillini siano preoccupati per il recente boom leghista al sud e temono un ribaltone delle elezioni Europee del prossimo maggio. È da qui che i due alleati dovranno ripartire e se Salvini farà il pieno dei voti, come i sondaggi sembrano anticipare, per il M5S potrebbero esserci non pochi problemi. Tra i più scontenti di questo governo, ci sarebbe - secondo quanto riporta un retroscena de La Stampa - Giancarlo Giorgetti. Il quotidiano torinese racconta che in più di una occasione il sottosegretario leghista avrebbe detto: "Fosse per me questo governo sarebbe già finito". Eppure così non è stato. Il governo continua ad andare avanti e a seguire le linee guida del contratto siglato tra i due partiti. Giorgetti non è solamente un politico navigato. È anche l'uomo che fa da riferimento a un "sistema che ha il suo baricentro nel Nord produttivo e delle banche, strettamente legato all' Europa", come sottolinea la Stampa. Basti un esempio: all'indomani della tragedia del ponte Morandi, quando i Cinque Stelle cominciarono a parlare di statalizzare Autostrade, fu proprio Giorgetti a dire che le privatizzazioni non dovevano essere toccate. Ma non solo. Il sottosegretario leghista ha più volte spiegato che, secondo lui, attualmente lo scontro non è tanto tra destra e sinistra, quanto tra élites e popolo (richiamando le categorie rilanciate dallo stratega di Donald Trump, Steve Bannon). Ma fino a che punto può spingersi la Lega? E fino a che punto i grillini si fidano di Salvini?

In un'intervista rilasciata al Corriere, il vicepremier Luigi Di Maio ha messo in guardia l'alleato leghista: "Finché a me non chiede nulla per Berlusconi le cose andranno bene". Il riferimento è ovviamente all'incontro tra il Cav e Salvini di giovedì scorso dove, di fatto, si è ricompattato il centrodestra, anche in vista delle prossime regionali, dove dovrebbe correre compatto.

Ma lo scenario del futuro appare molto complicato e difficile da immaginare. Lo stesso Salvini si trova spiazzato. Molto probabilmente ci saranno cambi all'interno del governo (Toninelli è in pole per saltare, secondo quanto ha scritto Luigi Bisignani, e Giorgetti dovrebbe abbandondare la carica di sottosegretario alla presidenza del Consiglio in quanto stufo di trattare "con interlocutori così improvvisati, da Tria alla Trenta", come riporta lo stesso Bisignani, questa volta su Il Tempo. Il leader leghista se da una parte pensa alle urne, dall'altra teme il blitz del Quirinale. "Se tutto precipitasse, però, Mattarella scioglierebbe le Camere o, consigliato dai cattocomunisti che lo assistono, tenterebbe la carta 5 Stelle -Pd? Resuscitando i vecchi compagni in astinenza dal potere e rilanciando l'ala pseudorivoluzionaria di Di Battista, rientrato come il figliol prodigo dal Sud America. È solo questo il dilemma di Salvini che, altrimenti, con il voto immediato porterebbe il centrodestra ben oltre il 40 per cento". E a questo punto la strada del centrodestra sarebbe inevitabile.

Aggiornamento delle 13:50: il sottosegretario Giorgetti, nel primo pomeriggio, ha smentito la ricostruzione fornita dal

quotidiano torinese. dicendo: "Mai detto che se fosse per me questo governo sarebbe già finito. I virgolettati che 'La Stampà mi attribuisce, senza per altro verificarli con il sottoscritto, sono inventati e privi di fondamento".

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