La foto coi Benetton manda in cortocircuito le sardine: "Legittima, anzi un errore"

Mattia Santori & Co. sotto accusa per lo scatto insieme alla famiglia di imprenditori e Oliviero Toscani. E si contraddicono: prima chiedono di non strumentalizzare, poi sostengono di aver commesso un'ingenuità

La foto coi Benetton manda in cortocircuito le sardine: "Legittima, anzi un errore"

"Legittima", poi "ingenua" e infine "errore". Le sardine cambiano idee assai velocemente e sono un mare di contraddizioni. Nel giro di poche-pochissime ore, infatti, Mattia Santori & Co. hanno cambiato idea anche sul senso e il significato di quella fotografia insieme alla famiglia Benetton e Oliviero Toscani. Uno scatto che li ha "traditi", catapultandoli nell'occhio del ciclone.

Infatti, l'idea di farsi immortalare insieme alla famiglia di imprenditori di Treviso, proprietaria (tra le tante-tantissime cose) di Atlantia, che controlla Autostrade, e il cui nome è ormai indissolubilmente legato alla tragedia del ponte Morandi, è stato un clamoroso autogol.

Resisi conto della gaffe, i quattro fondatori del movimento ittico di piazza e di protesta (anti sovranismo, anti Lega e anti Matteo Salvini…) hanno cercato di metterci una toppa, ma è stata peggio del buco: "Una foto non fa primavera. Quando i ragazzi ci hanno chiesto di fare una fotografia di gruppo ci è sembrata una richiesta legittima. Non abbiamo pensato che quella foto sarebbe stata strumentalizzata per associare le Sardine ai poteri forti, alle concessioni autostradali, alle tematiche sociali e ambientali legate alla produzione industriale di abbigliamento nel mondo".

Quindi, nel giro di una manciata di ore, i pesciolini hanno cambiato idea e si sono smentiti. Da "legittima" quella fotografia è stata bollata come "ingenua". Al Corriere della Sera, infatti, le quattro "sardine-in-chief" hanno cambiato versione: "È stata un'ingenuità perché ha offerto un assist a tutti quelli che non vedevano l’ora di screditarci". Tempo pochi secondi, giusto il tempo di leggere la frase e da "ingenuità" da ragazzi, da giovani, si passa a definirlo come un "errore": "È stato un errore, prima o poi doveva capitare. Ma anche chi ci apprezza deve capire che non siamo infallibili".

Quindi, Mattia Santori ha provato ulteriormente a giustificarsi: "Io non ho nemmeno parlato con l’imprenditore (Luciano Benetton, ndr) E a tavola mi avevano riservato un posto vicino a lui ma ho preferito rimanere in mezzo ai ragazzi".

E infine: "Noi quattro siamo andati a titolo personale, non in quanto rappresentanti delle sardine. Capisco che altri non lo avrebbero fatto…".

Insomma, tutto e il contrario di tutto. E a suon di giravolte e piroette – di "ingenuità"e di "errori" – sembrano sempre più simili al Movimento 5 Stelle…

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