Nel 2016, intervistato dall'Associated Press, Hyun Kwang-il, l'allora direttore del dipartimento di ricerca scientifica dell'Amministrazione nazionale per lo sviluppo aerospaziale della Corea del Nord disse: «Anche se gli Usa e i suoi alleati cercheranno di bloccarci, i nostri scienziati sapranno conquistare lo spazio e pianteranno la bandiera della Corea del Nord sulla Luna».
A distanza di sei anni, il missile balistico a raggio intermedio Hwasong-12, lanciato domenica, ha firmato con la sua traiettoria il desiderio di Kim Jong-un di sfidare l'Occidente, ma anche Cina e Russia, nella corsa alla riconquista del satellite della Terra. Il vettore ha raggiunto un'altitudine massima di 2mila km e ne ha percorsi 800 in mezz'ora prima di cadere nel mar del Giappone. A detta degli analisti, il portfolio di immagini scattate, nelle quali si vede la Terra, sarebbe autentico. Di fatto il missile sparato da Kim è andato cinque volte più in alto della stazione spaziale internazionale, collocata a un'altitudine di poco più di 400 km. Qualcosa di simile era accaduto nel 2017, quando la Corea del Nord lanciò un altro Hwasong-12, che coprì 787 km, salendo a un'altitudine massima di oltre 2mila. All'epoca venne calcolata una gittata potenziale di 4.500 km, sufficiente per raggiungere l'isola americana di Guam, nel Pacifico. Da tempo le Nazioni Unite vietano alla Corea del Nord di effettuare test balistici e nucleari, ma il regime nordcoreano ha dimostrato negli anni di non rispettare i divieti nonostante le sanzioni economiche imposte per la loro violazione.
La Corea del Nord ha segnato un numero di successi, ma anche di fallimenti, nel suo programma spaziale e nello sviluppo di sempre più sofisticati missili a lungo raggio per uso militare. Nell'esperimento di domenica Kim non sembra tanto intenzionato a mettere nuovamente in campo gli effetti speciali della minaccia nucleare, cerca semmai di farsi largo nelle tecnologie, sognando di essere lui stesso, ed è qui la follia, di mettere piede sulla Luna. Secondo il tedesco Markus Schiller, uno dei maggiori esperti mondiali in materia di missili e razzi della Corea del Nord, le intenzioni di Kim potrebbero essere serie, ma non avranno successo nel breve. «Ci vorrà per la Corea del Nord circa un decennio o più per raggiungere l'orbita lunare, nel migliore dei casi, se davvero vogliono perseguire questa missione».
Abbiamo assistito negli anni alla totale chiusura mediatica da parte di Pyongyang sulle questioni interne.
Questa volta però Kim ha deciso di affidare al ministro per la Tecnologia e le Scienze Ri Chung-gil i dettagli sull'esperimento di domenica, pubblicati dal quotidiano di regime Rudong Sinmun. Secondo Ri «L'obiettivo era di selezionare il vettore più sicuro possibile e verificarne l'efficacia. Non stiamo minacciando, ma studiando».
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