Più che fare l'elenco delle devastazioni e dei saccheggi, col pallottoliere da aggiornare di ora in ora, la presidenza della Repubblica francese ha optato ieri per un cambio di passo. Meno attendismo e più azione; stesso numero di agenti tra Polizia e Gendarmerie dispiegati, oltre 46mila in tutto il Paese, ma con equipaggiamento adatto ad affrontare la protesta partita da Nanterre e propagatasi nelle principali periferie. Via libera ai blindati, per sfondare in decine di banlieue; granate e corpi speciali pronti a dare supporto. La premier dà l'ok al ministro dell'Interno Gérald Darmanin. E l'Eliseo spiega senza mezzi termini che bisogna «mantenere l'ordine senza tabù».
Nel terzo giorno di rivolte si contavano già 249 feriti tra le divise, mandate avanti senza mezzi idonei all'azione (stando al sindacato di polizia); 875 fermi ieri tra i rivoltosi. Ma sui social - arma segreta di ragazzini fuori controllo cresciuti a pane e frustrazione nei quartieri popolari - si continua a sbeffeggiare gli agenti, mentre le camionette a terra tentano di inseguire gruppi armati di rabbia e molotov, e di fuochi d'artificio: ultima trovata per bruciare i simboli della République, dalla prefettura di Nanterre al carcere di Fresnes, poi Nizza, Parigi, Marsiglia, Tolosa, Montreuil, Ivry, fino a Villeurbanne, periferia di Lione, dove ieri 35 persone sono state evacuate dal palazzo in cui vivevano, incendiato proprio a causa del lancio di petardi. Nel capoluogo del Rodano diversi scontri si sono registrati fra manifestanti e polizia. A Parigi, una manifestazione non autorizzata è stata dispersa dopo un paio d'ore di calma relativa a Place de la Concorde. Danni e saccheggi nel centro di Marsiglia, dove finora sono stati effettuati 80 fermi ed è in azione il Raid, l'equivalente dei nostri Ros.
La Francia brucia: 3.880 roghi la notte scorsa. Macron risponde lasciando di corsa il Consiglio europeo. E dalla seconda riunione dell'Unità di crisi lancia un appello ai genitori dei ragazzi, invitando «ad assumersi responsabilità, perché il contesto che stiamo vivendo è frutto di gruppi organizzati e attrezzati, ma anche di tanti giovanissimi», 14 e 16 anni. Ed «è responsabilità dei genitori tenerli a casa». Ma pure lui viene redarguito, quando a metà pomeriggio spuntano in rete immagini che lo ritraggono al concerto di Elton John, mercoledì sera a Parigi: e cioè il giorno dopo la morte per mano di un agente del 17enne Nahel, franco-algerino di cui oggi si celebrerà il funerale.
Nel video, Macron batte il piede a tempo di musica all'Accor Arena. Le foto con Elton John riaccendono le opposizioni. «La Francia era in fiamme e Macron a un concerto», dice il lepenista Thierry Mariani. Intanto 10mila pompieri nelle zone «perdute». Un giovane rivoltoso è morto cadendo da un tetto.
Fatimata Sy, leader delle madri in «gilet rosa», sui social invita i ragazzi alla calma. Poi però su BfmTv denuncia l'atteggiamento della polizia: «È umiliante vedere certi controlli nei nostri quartieri... capisco la rabbia». Siamo daccapo. Macron chiede allora a TikTok e Snapchat di rimuovere i contenuti «più sensibili»; le rivolte trasmesse per propagare la rabbia. I rappresentanti delle app vengono ricevuti al ministero dell'Interno. E il Guardasigilli invia un messaggio di fermezza, perché si sta diffondendo un senso di impunità: «Non ci si può nascondere dietro un telefono pensando di non essere perseguiti, stiamo chiedendo i nomi alle compagnie». I francesi si accontenterebbero di veder cessare assalti a scuole, banche, municipi, auto: 2mila quelle incendiate finora.
Gauche divisa tra chi condanna l'insurrezione e chi no. E destra che alza i toni: Marine Le Pen parla di «stato di disordine endemico», chiede un «coprifuoco settoriale» e propone a Macron di ricevere i partiti. Ravina Shamdasani, portavoce dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani, intima alla Francia di affrontare «i gravi problemi di razzismo all'interno delle forze dell'ordine».
«Strumentalizzazione inaccettabile della morte di un adolescente», ribatte Macron. Per il vicepremier Matteo Salvini è «il risultato di anni di follie ideologiche in tema di immigrazione, soprattutto islamica e di permissivismo giudiziario. Scene intollerabili in un Paese occidentale».
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