Frane e allagamenti: il Nord sott'acqua

Allerta rossa in Veneto. Paesi sommersi e coltivazioni distrutte anche in Lombardia

Frane e allagamenti: il Nord sott'acqua
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A maggio nessuno se l'aspettava un'ondata di maltempo così devastante. Tre giorni di pioggia incessante hanno messo in ginocchio il Nord Italia con fiumi esondati, ponti crollati, campi distrutti, case e strade allagate. In particolar modo il Veneto. Dove il presidente Luca Zaia ha lanciato un appello: «I cittadini non vadano in giro a far foto ai fiumi in piena e altre cretinate del genere. Perché c'è sempre rischio di uno sfondamento arginale. Se qualcuno fosse stato sopra quell'argine che ha sfondato Isola Vicentina, a Castelnuovo, sarebbe stato trascinato via dalle acque».

A Vicenza e provincia la Protezione civile ha dichiarato l'allarme rosso, ma tutta la regione è sott'acqua. Tanto che Zaia ha firmato il decreto per lo stato di emergenza. L'apertura dei bacini di laminazione ha permesso di evitare un disastro: mercoledì sono caduti 180 millimetri d'acqua, con punte di 230, in sole sei ore. Un record che, sostengono gli esperti, si registra ogni 300 anni. Quindi qualsiasi allarme di nuove piogge fa paura e mette alla prova una situazione precaria.

«Bombe d'acqua simili a maggio, in Veneto, non si erano mai viste» ammette il presidente regionale.

La Lombardia trova un po' di tregua solo in serata ma il Po è stato al limite ovunque, sorvegliatissimo, e a Milano sono esondati sia il Lambro sia il Seveso, allagando una parte della città. La vasca del Seveso è stata in parte svuotata per consentire di tornare a riempirsi delle acque del fiume per scongiurare esondazioni. Durante l'allerta meteo, il Comune ha ribadito l'invito a non sostare nelle aree a rischio esondazione dei due fiumi, in prossimità dei sottopassi, sotto gli alberi e le impalcature di cantieri, dehors e tende. «È importante provvedere alla messa in sicurezza di oggetti e vasi sui balconi e di tutti i manufatti che possono essere spostati dalle intemperie» è il messaggio divulgato nelle zone a rischio. La Protezione civile è intervenuta nelle zone più colpite, da Gessate a Bellinzago Lombardo. «Complessivamente, abbiamo oltre 700 volontari di Protezione civile impegnati sul territorio» conferma l'assessore alla Protezione civile Romano La Russa.

Altro problema con cui stanno facendo i conti le regioni del Nord è l'allagamento dei campi. «Gli agricoltori - commenta il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici - ci segnalano danni ingenti soprattutto sul mais, che è appena stato seminato ed è quindi molto vulnerabile. Anche con il bel tempo si formerà una dura crosta nel terreno che non potrà essere bucata dai germogli. Tra semi di mais marciti, fieno in grave ritardo, il lolietto, un'erba da foraggio, che sta marcendo nei prati, questa stagione inizia nel peggiore dei modi». Verso sera, con il cielo un po' rischiarato, la situazione è migliorata ovunque, compreso il livello dei fiumi più carichi.

Le immagini di queste ore risvegliano il ricordo degli effetti dell'alluvione devastante che esattamente un anno fa travolse l'Emilia Romagna, con 17 vittime, 36mila persone evacuate, fiumi esondati e un migliaio di frane, come da censimento dell'Ispra. Da qui la richiesta di affrontare urgentemente la crisi climatica e tutti i rischi che comporta.

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