"Mes no, Eurobond sicuramente sì". Giuseppe Conte era stato chiaro e diretto nell'esprimere le intenzioni del governo italiano, ma in realtà l'accordo raggiunto dall'Eurogruppo sulle misure da adottare per fronteggiare l'emergenza Coronavirus va in tutt'altra direzione: il fondo salva-Stati rimane sul piatto, sarà senza condizionalità esclusivamente per le spese sanitarie dirette e indirette nell'ambito della crisi Covid-19 e ogni singolo Stato potrà decidere se accedervi; nel documento finale nessuna menzione dei Coronabond, proprio la richiesta che proveniva dal nostro Paese. Il risultato viene giudicato da molti una sconfitta, un ennesimo schiaffo ricevuto dall'Ue. Matteo Salvini parla di una vera e propria "Caporetto", annunciando la richiesta di sfiducia verso il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri: "Siamo fuori dalla legge, siamo alla dittatura nel nome del virus. Presenteremo mozione di sfiducia".
Ma dall'esecutivo giallorosso vogliono mettere le cose in chiaro: "L'Italia non userà il Mes". Sia il presidente del Consiglio sia il titolare del Mef ribadiscono e confermano che non vi sarebbe alcuna intenzione di accedere al fondo salva-Stati: "Non esiste". L'avvocato in mattinata ha ripetuto che la sua linea e quella del governo "non è mai cambiata e mai cambierà": in giornata è attesa una conferenza stampa per aggiornare anche "su altre importanti questioni che riguardano il nostro Paese".
Io ho una sola parola: la mia posizione e quella del Governo sul #MES non è mai cambiata e mai cambierà. Più tardi in conferenza stampa vi aggiornerò su questo e su altre importanti questioni che riguardano il nostro Paese. A più tardi.
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) April 10, 2020
Ma la parola Mes fa da subito scattare le prime dure reazioni da parte del Movimento 5 Stelle: come riportato da La Repubblica, 22 grillini hanno diffuso un documento per opporsi e per criticare la posizione dei pentastellati. In caso di stallo a Bruxelles, è stato chiesto di "stabilire accordi per la stabilizzazione monetaria con Usa, Giappone, Cina e con gli Stati Ue con interessi strategici convergenti".
La fronda M5S
Ciò che rischia seriamente il premier è una fronda M5S: ieri sera si sono subito palesati i molti malumori all'interno dei pentastellati, che hanno aspramente preso di mira l'accordo raggiunto dall'Eurogruppo. Una grana per i giallorossi in attesa del vertice dei capi di Stato e di governo. "Lo dico a chiare lettere: se il governo ha detto sì al Mes, questa maggioranza non avrà più il mio voto. Mi aspetto inoltre che il Movimento sia conseguente alle prese di posizione assunte nei giorni scorsi, altrimenti bisognerà trarne tutte le conseguenze del caso, ivi compresa una radicale rifondazione del Movimento. A riveder le stelle", tuona il senatore Mario Michele Giarrusso. E c'è chi minaccia anche di far cadere il governo poiché il salva-Stati non dovrebbe essere un'opzione da prendere in considerazione: "Se Conte non dovesse mantenere la parola data, il M5S dovrà staccare la spina a questo governo. Senza se e senza ma!".
Conte è stato avvertito: l'accordo deve essere respinto. Il deputato Pino Cabras, membro della commissione esteri della Camera, ha rimarcato la propria posizione contraria: "La proposta di accordo che è stata negoziata all'Eurogruppo dal ministro Gualtieri è palesemente da rigettare". A tentare di gettare acqua sul fuoco è stato Vito Crimi: "Non è stato firmato o attivato nessun Mes e non lo faremo, basta bufale.
Non importa quanto siano ridotte le condizionalità". Ma lo stesso capo politico reggente del Movimento 5 Stelle ha riaffermato la strada da seguire: "M5S continua a sostenere la linea di sempre, quella rivendicata dal presidente Conte: sì Eurobond, no Mes".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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