Tutto, ma non il «campo largo»: Mariastella Gelmini e Mara Carfagna ufficializzano l'addio ad Azione: «Non sono di sinistra e non posso condividere la scelta di appoggiare Andrea Orlando in Liguria: è la goccia che fa traboccare il vaso, io resto moderata e popolare». L'annuncio della seconda, che avrebbe dovuto incontrare oggi Carlo Calenda, è stato bruscamente anticipato da gelido un comunicato di Azione: «Prendiamo atto della scelta di Gelmini e Carfagna di lasciare un partito che le ha accolte in un momento critico del loro percorso politico». Mara Carfagna reagisce irritata: «Apprendo da una nota di agenzia di aver lasciato Azione. É una decisione che stavo maturando ma che sentivo il dovere di rendere pubblica in modi più seri e meno estemporanei», dice. Ma conferma: «Già nell'ultima riunione di gruppo avevo manifestato apertamente il mio dissenso per l'apertura di un dialogo esclusivo con la sinistra. La mia storia e le mie idee mi impediscono di seguirlo».
È l'effetto slavina che si temeva dal dopo-Europee, e che ha trovato il suo detonatore nell'accordo col centrosinistra in Liguria, attorno a Orlando. Ha iniziato Enrico Costa, che torna in Forza Italia. Ora seguono altri due pezzi da novanta dell'organigramma calendiano, le due ex ministre che dal partito azzurro arrivavano. Fa le valigie anche l'atleta paralimpica e senatrice Giusy Versace: «Il campo largo non può essere la mia casa».
«Era tutto scritto fin dalle Europee, quando Calenda ha rifiutato l'accordo con Matteo Renzi, che ci avrebbe consentito il quorum. Già allora Carfagna, che era presidente di Azione, ha rifiutato di candidarsi», dice un deputato del gruppo calendiano. Per ora le ex ministre resteranno nel gruppo Misto del Senato (dove già siedono gli eletti di Azione). Ma l'approdo finale è il centrodestra, nelle file centriste di Noi Moderati: i contatti con Maurizio Lupi sono iniziati già a luglio, con l'intesa di aggiornarsi dopo le vacanze, quando sarebbe stata esplicita la scelta di campo (largo) di Azione nelle Regionali d'autunno. A fine settembre, con la presentazione delle liste liguri, doverebbe materializzarsi il passo finale, in una conferenza stampa con Lupi. Pronto a salutare con soddisfazione gli ingressi «vip» che rafforzano «la quarta gamba del centrodestra».
A Palazzo Madama Calenda resta con un unico senatore, Marco Lombardo. Ma anche nel gruppo di Azione alla Camera la situazione è tesa: c'è chi esce e chi spinge per riaccasarsi col Pd.
E se da Italia viva il renziano Bonifazi infierisce sulla «disgreg-Azione di Azione», anche da quelle parti qualche scricchiolio post-Liguria si avverte, e parlamentari come Naike Gruppioni e Isabella De Monte vengono date dalle chiacchiere di Transatlantico con un piede sull'uscio. Direzione centrodestra.
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