"Sono tanto felice perchè oggi il Parlamento approva l'educazione civica obbligatoria nelle scuole". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, commentava qualche giorno fa il sì a larga maggioranza di Montecitorio alla legge, che ora dovrà essere approvata dal Senato, per la reintroduzione nei programmi scolastici di elementari e medie dell'educazione civica. Norma passata con 451 sì, tre astenuti e neanche un no.
Ma quella che poteva essere un'occasione, una volta tanto, per evitare le polemiche, è franata sotto i toni e le parole bellicose usati in aula da Laura Boldrini. Nel suo intervento durante il dibattito sulla legge che ha portato, tra le altre cose, all'abrogazione degli articoli 412-414 del Regio Decreto del 1928 che prevedeva sanzioni per gli alunni delle elementari - dalle note sul registro alla sospensione, fino all'esclusione dalla scuola - l'esponente di Leu ha collegato "l'esigenza ampiamente condivisa" del reinserimento dell'educazione civica nelle scuole al 25 aprile. Mettendo nel mirino, ancora una volta, Matteo Salvini.
"Durante la discussione generale sono state ricordate le parole del presidente Pertini, quando diceva che i ragazzi non hanno bisogno di sermoni, ma di buoni esempi. Noi, colleghi e colleghe, diamo buon esempio quando ci confrontiamo in modo civile e rispettoso pur da posizioni politiche molto distanti", l'incipit dell'intervento di Boldrini.
Che ha continuato così: "Diamo un buon esempio, signor Presidente, quando adempiamo alla nostra funzione con disciplina e con onore, come dice l'articolo 54 della nostra Costituzione. Ma si dà ai un giovani un pessimo esempio quando si usano tutti i mezzi anche meno leciti per dileggiare e offendere l'avversario, quando soprattuto lo si considera un nemico da annientare e abbattere. O quando, invece di valorizzare carattere antifascista della nostra Costituzione, come sottolineava tra gli altri anche Aldo Moro nel dibattito alla Costituente, si vuole mortificare la festa nazionale del 25 aprile, definendola 'derby tra fascisti e comunisti'. E se la fa il ministro dell'Interno - il duro attacco di Boldrini - la cosa è ancora più grave.
E allora l'esempio è pessimo. L'aggettivo unico da usare è pessimo. Penso che quel ministro avrebbe bisogno di qualche lezione di educazione civica", ha concluso l'ex presidente della Camera dei Deputati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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