"Da Gabriele il primo calcio. Poi saltavano su Willy a terra"

I racconti dei testimoni sul pestaggio. Il giovane morto dopo un'agonia di 40 minuti: "Traumi su tutto il corpo"

"Da Gabriele il primo calcio. Poi saltavano su Willy a terra"

«Willy a terra e gli aggressori gli passano con i piedi sopra» mette a verbale Samuele Cenciarelli. «Arriva un'Audi nera a forte velocità, scendono cinque persone. Tre iniziano a picchiare selvaggiamente qualsiasi persona presente sul posto, Willy che era vicino a me veniva picchiato selvaggiamente e si rialzava, quindi veniva colpito ripetutamente e cadeva a terra, qui veniva picchiato con calci e pugni. I picchiatori? Ne conosco tre: i fratelli Bianchi Gabriele e Marco, il terzo è Mario Pincarelli da cui è nata tutta la discussione». Eccole le carte che incastrano le belve di Artena, i fratelli Bianchi e Pincarelli. Quelle di Emanuele Cenciarelli e di Matteo Larocca sono solo alcune testimonianze che li inchiodano assieme a Francesco Belleggia, l'unico da ieri agli arresti domiciliari.

Willy Monteiro Duarte muore, dopo un'agonia di 40 minuti, per lesioni e traumi in tutto il corpo. «Lesioni politraumatiche» spiega l'autopsia eseguita ieri mattina all'istituto di Medicina legale di Tor Vergata dal professor Saverio Potenza. Lo raccontano, drammaticamente, i ragazzi protagonisti della maxi rissa in piazza Oberdan che hanno visto e riconosciuto gli imputati dai tatuaggi, dai vestiti, dai colpi e dalla violenza inaudita. Uno di loro riesce a fotografare la targa dell'auto con i picchiatori a bordo, i carabinieri fanno il resto. «Abbiamo notato una discussione fra ragazzi - mette a verbale Nicoletta A. - Uno di questi aveva il braccio ingessato (Belleggia). Da una macchina color bianco (sic, ndr) credo un'Audi, sono scesi quattro ragazzi e hanno iniziato a colpire con calci e pugni chiunque si mettesse davanti». Samuele è certo di poterne riconoscere quattro su cinque: «I due che avevano avuto una discussione iniziale con Federico, l'amico colleferrino di Willy. Uno aveva l'avambraccio sinistro ingessato (Francesco Belleggia), un altro con camicia bianca a maniche lunghe e una lacrima tatuata sotto uno degli occhi (Mario Pincarelli). Poi ricordo uno con una polo verde (Marco Bianchi) e un altro con un vistoso tatuaggio sul collo (Gabriele Bianchi)». Samuele continua: «Prima che mi venisse sferrato un pugno dal soggetto della foto 1 (Gabriele Bianchi) tutti e quattro hanno partecipato all'aggressione del mio amico Willy sferrando calci e pugni. Due di loro saltavano sul corpo di Willy steso per terra e inerme». Matteo Larocca spiega: «Ho visto sopraggiungere un Suv a palla, ovvero a forte velocità, un'Audi scura. Dall'auto vedo scendere quattro o cinque persone che, aperti i 4 sportelli, si sono lanciate subito contro quelli sul posto sferrando calci e pugni a chiunque si trovasse davanti. In particolare uno di loro ha sferrato un calcio all'altezza del petto di Willy mandandolo a sbattere contro una macchina parcheggiata sulla via - e un altro testimone, Marco Romagnoli, lo identifica in Gabriele Bainchi - Dopo questo primo calcio Willy è riuscito ad alzarsi ma veniva nuovamente tempestato di calci e pugni tanto che cadeva di nuovo a terra. Addirittura mentre era in terra hanno proseguito a sferrare calci e pugni contro di lui tanto che non è più riuscito ad alzarsi. Sono certo che c'erano i fratelli Bianchi e Mario Pincarelli. Un quarto aveva il braccio ingessato, pure lui sceso dal Suv. Ricordo che Matteo Bucci ha cercato di calmare i Bianchi. Ne ha afferrato uno da dietro nel tentativo di bloccarlo».

È la prima cosa che nota il maresciallo Carella quando li raggiunge, alle 3,55 di domenica, al Bistrot di Artena: la camicia di Gabriele strappata. In tutti i racconti nessuno ricorda frasi razziste. Solo un pestaggio violentissimo. I tre in carcere negano di aver picchiato Willy. «Stavamo consumando un rapporto sessuale vicino al cimitero - racconta Marco Bianchi - io, mio fratello, un amico e tre ragazze di cui non conosco il nome. Il mio amico Michele Cerquozzi ci ha chiamato e chiesto aiuto.

Stava avendo una violenta discussione a Colleferro. Mi sono limitato a dare una spinta a Willy». Ad accendere la lite Pincarelli, ubriaco, che importuna una giovane del gruppo di Federico. Belleggia accusa i Bianchi: «Loro hanno massacrato Willy».

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