"Tenere aperta una partita Iva tornerà costoso". Massimo Garavaglia, intervistato da La Verità, lancia l'allarme e mette in luce il piano studiato dall'esecutivo giallorosso: "Vagheggiano di 100 miliardi di economia sommersa senza sapere che il 20% è fatto dell'elusione delle grandi corporation e un buon 50% dal malaffare criminale. Togli anche il lavoro nero e rimane un 10% di omessa fatturazione". Alla fine a rimetterci saranno i "poveri cristi che non arrivano a fine mese": sebbene sia stata raccontata "la frottola che il Conte bis servisse a disinnescare l'Iva, invece qualcosa alla fine aumenteranno".
La sorpresa Tria
L'ex viceministro dell'Economia è da molti ricordato per il regime forfettario per le partite Iva, da 65.000 e - dal 2020 - 100.000 euro di fatturato, riducendo così le imposte e contemporaneamente semplificando gli adempimenti. Ma sul forfettario il nuovo governo "non intende mantenere questa promessa". Si tratta di una manovra "pericolosa" che potrebbe "invertire la tendenza", correndo il rischio di tornare "nell'economia sommersa". E sull'ipotetica abolizione del pareggio di bilancio in Costituzione è chiaro: "Già oggi la Costituzione è formulata in maniera tale che la spesa in deficit è più che possibile. Se poi chi ci rappresenta va a Bruxelles credendo di rappresentare una colonia anziché un Paese fondatore, tutto si complica".
Il leghista ha poi commentato la possibilità di tassare i prelievi di contante: "Una misura folle. Non interessa certo le fasce più povere della popolazione, semmai le colpisce. Siccome sono un europeista convinto, dico: facciamo come la Germania. Nessun limite all'uso del contante". Sulla nomina del commissario Ue "ho dato la disponibilità. Ma il nome giusto era Giorgetti.
E comunque non ci ho mai creduto fino in fondo".Garavaglia infine ha lanciato una bomba a sorpresa su Giovanni Tria, con cui dice di essere andata d'accordo: "Lo scriva: può dare una mano in futuro".
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