Gardaland, l'influencer: "Io, troppo poco disabile per poter saltare la fila"

Il racconto di Nina Rima, mamma e modella bionica senza una gamba per un incidente

Gardaland, l'influencer: "Io, troppo poco disabile per poter saltare la fila"

«Troppo poco disabile» per saltare la coda. Ma «troppo disabile» per fare tutti i giochi che ci sono a Gardaland. Spalanca gli occhi ancora incredula (e decisamente arrabbiata) Nina Rima mentre racconta dalla finestra delle sue stories su Instagram, dove è seguita da 100mila follower, quello che le è successo nel week end più mostruoso al parco di divertimenti sul lago di Garda dove era andata con la sorella per festeggiare Halloween ma soprattutto i 6 anni della nipotina. Nina è una giovane mamma di quasi 23 anni, influencer e «modella bionica» come si definisce lei: a soli 17 anni le è stata amputata una gamba per un incidente in scooter. Il suo racconto parte dall'ingresso al parco, dove Nina si presenta per avere il «saltacoda», un pass riservato per chi ha una disabilità. E da una domanda. «Qual è la tua disabilità?» le chiedono. «Io faccio vedere che mi manca una gamba ma vogliono anche il verbale dell'invalidità. Lo capisco, con tutti i furbetti che ci sono... faccio vedere la certificazione ma non era abbastanza. Mi innervosisco. Ma in che senso, chiedo, non sono abbastanza disabile...»

Nina chiede e «una signorina» risponde che non è abbastanza disabile «perchè ha mezza gamba». Cioè, all'ingresso al parco le avrebbero persino «misurato» la disabilità, entrando nel merito con dovizia di particolari. «Mi hanno spiegato che se non avessi avuto il ginocchio, se fossi stata un'amputata transfemorale, avrei potuto avere il pass per saltare le code». Non solo. Se da una parte era troppo poco disabile (grazie al ginocchio) per ottenere il «saltafila», «ero troppo disabile per fare tutti i giochi, perché non si accollano la responsabilità... ma di che cosa hanno paura? Che mi si stacchi la gamba? Ma non c'è problema, potevo toglierla e lasciarla come lascerei uno zaino nel deposito...». Nina scopre così (e racconta sui social) che al parco esiste una «scaletta di disabili». «Chi può saltare le code e fare le giostre è solo chi ha disabilità sensoriali» spiega, commentando che non ci possono essere «disabili di serie A e di serie B... e che comunque «non si può vietare il divertimento a chi è disabile». Dopo la sua denuncia sui social in cui racconta ancora di aver visto «tante persone con le stampelle, con difficoltà motorie fare il parco a piedi», di non essersi mai sentita così tanto discriminata, «così rifiutata e non capita», non è mancata la replica da parte di Gardaland. Dalla direzione hanno spiegato che Nina Rima «ha avuto il pass prioritario insieme a tutto il suo gruppo, in quanto accompagnatrice di un ospite ipovedente» e che «non ha potuto accedere a 4 delle 35 attrazioni del Parco per ragioni di sicurezza, ovvero regole dettate dai costruttori e legate alla sua disabilità specifica». «Quando il gruppo ha avuto accesso al Parco - sottolinea la nota - il nostro personale, altamente formato e preparato per accogliere gli ospiti con disabilità, ha spiegato le limitazioni di accessibilità sia per la casistica sensoriale sia per la casistica di portatori di protesi». La società evidenzia che i requisiti di sicurezza «per la fruizione di alcune attrazioni si basano su severe linee guida e migliori pratiche stabilite dai produttori delle attrazioni stesse e dalle associazioni di settore». «Siamo davvero spiacenti per quanto apprendiamo.

Cerchiamo di avere la massima attenzione verso ogni tipo di disabilità: abbiamo infatti dedicato uno specifico punto informazioni all'ingresso del Parco» e (ripetono ancora una volta) «con personale altamente formato e preparato, per accogliere gli ospiti con disabilità e una sezione sul nostro sito in modo da poter accedere a tutte le informazioni utili per la visita».

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