Fumata bianca a Bruxelles fra i 27 ministri dell'Energia degli Stati membri dell'Ue. La presidenza di turno ceca ha portato a casa l'accordo che prevede, ma per adesso non impone, un taglio del 15% del gas in caso di «allerta energetica». Starà al Consiglio europeo suonare l'allarme ma anche in quel caso scatteranno subito le esenzioni: nessun taglio del 15% per gli stati insulari (Cipro, Malta, Irlanda) che non siano connessi a gasdotti con altri paesi. La quota di metano da risparmiare scende poi all'8% per gli Stati le cui interconnessioni di gas siano poco rilevanti mentre altri sconti sono previsti per chi abbia già risparmiato gas dall'inizio della guerra russo ucraina per l'Italia la percentuale scende al 7%. Anche il gas presente negli impianti di stoccaggio sarà conteggiato per modulare la percentuale di risparmio imposta al singolo stato. Deroghe previste anche per gli Stati dipendenti fortemente dal gas per la produzione di elettricità: lo scopo del piano è far calare la domanda di oro blu su scale europea ma non quello di provocare una crisi dell'approvvigionamento elettrico. Cingolani esulta: «Entro l'inverno saremo indipendenti dal gas russo».
Il taglio orizzontale del 15% uguale per tutti inizialmente auspicato dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen non si è dunque concretizzato. Ma la Germania, oggi il paese più strettamente dipendente dalle forniture di gas naturale in arrivo dalla Russia, può stare relativamente tranquilla: la velocità con cui l'accordo è venuto alla luce tradisce il la preoccupazione di quasi tutti i governi europei che il prossimo inverno potrebbe essere freddo. Il quasi è d'obbligo: l'Ungheria di Viktor Orbán ha votato contro il piano di emergenza disegnato a Bruxelles. Niente di sorprendente: solo la settimana scorso il ministro degli Esteri di Budapest, Péter Szijjártó, si è recato a Mosca dove è stato ricevuto dal suo omologo russo Sergei Lavrov al quale ha chiesto nuove forniture di gas per il proprio paese.
Il piano approvato ieri non è conclusivo: il preambolo dell'accordo spiega che la Commissione sta valutando anche «la possibilità di introdurre dei tetti temporanei ai prezzi delle importazioni». È la descrizione del price cap, il meccanismo proposto dall'Italia per fermare le importazioni di metano al superamento di un determinato prezzo. La Commissione si è impegnata «a riferire» in autunno. Soddisfatta la guida dell'esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen: «È un passo decisivo per affrontare la minaccia di un'interruzione totale del gas ha twittato Grazie alla decisione odierna, l'Europa è ora pronta ad affrontare la sua sicurezza energetica, come Unione». L'intesa «sarà anche un segnale per il mercato, se non per ridurre il prezzo, almeno per limitare la volatilità e l'instabilità a cui assistiamo». Un auspicio forse per il medio termine: ore dopo l'annuncio dell'intesa, ad Amsterdam il prezzo del gas è invece balzato a 200,40 euro al megawattora rispetto ai 176 euro del giorno prima. Doccia fredda anche dal presidente dell'Agenzia internazionale dell'energia, Fatih Birol, secondo cui l'Europa dovrebbe puntare ad un risparmio del 20% per assicurarsi contro una «possibile grave crisi di approvvigionamento di gas». Von der Leyen ha poi puntato il dito contro Mosca. «L'annuncio (di lunedì, ndr) di Gazprom che taglierà ulteriormente le consegne di gas in Europa attraverso il Nord Stream 1 senza giustificati motivi tecnici illustra ulteriormente la natura inaffidabile della Russia come fornitore di energia».
Che qualcuno in Russia si sia messo a giocare coi rubinetti del gas è ormai evidente: martedì l'operatore statale dei gasdotti in Ucraina, Gtsuo, ha denunciato un improvviso aumento della pressione nella pipeline transiberiana che corre da Urengoy (in Siberia occidentale) fino a Uzhhorod (in Ucraina occidentale). L'ad di Gtsuo, Sergiy Makogon, ha ricordato che un inaspettato aumento della pressione si risolse nel 2009 in un incidente a un gasdotto in Turkmenistan: «Queste azioni non coordinate di Gazprom destano preoccupazione», ha sottolineato Makogon, sollecitando l'azienda russa a fornire spiegazioni.
Dalla Germania rimbalza intanto la notizia che l'ex cancelliere socialdemocratico Gerhard Schröder, amico di Vladimir Putin e sponsor del gas russo in Germania, è a Mosca in questi giorni. Un portavoce del Cremlino ha affermato che un incontro fra i due non è in programma ma non può neppure essere escluso.
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