Gas, torna l'idea del tetto. Ma è fuoco incrociato tra Ue e big dell'energia

Bruxelles pensa a una misura a tempo. Gli operatori: "Destabilizza il mercato"

Gas, torna l'idea del tetto. Ma è fuoco incrociato tra Ue e big dell'energia
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Prende corpo a Bruxelles l'ipotesi di introdurre un tetto ai prezzi del gas. L'impennata nel Vecchio continente delle quotazioni della materia prima, arrivata a toccare ad Amsterdam i massimi a due anni, a livelli più che raddoppiati rispetto a un anno fa, sta inducendo la Commissione Europea a prendere in seria considerazione l'introduzione di un tetto momentaneo ai prezzi nell'ambito delle discussioni sul documento di politica industriale 'Clean industrial deal' che l'esecutivo comunitario dovrebbe presentare il prossimo 26 febbraio. Il Financial Times ha fatto presente che il documento strategico è chiamato a delineare misure a sostegno delle industrie pesanti dell'Unione Europea, alle prese con molteplici sfide, a partire dalla guerra commerciale minacciata dal presidente statunitense Donald Trump, senza dimenticare il delicato nodo delle ambiziose politiche verdi dell'Ue che devono fare i conti con la necessità di ridurre i costi energetici al fine di tenere il passo con le economie di Stati Uniti e Cina. L'Ue starebbe studiando anche un piano volto a impedire la speculazione sui prezzi del gas durante l'estate, ossia quando i Paesi europei accumulano scorte in vista dell'inverno. Indiscrezioni su un tetto ai prezzi che hanno subito innescato il dietrofront delle quotazioni, scese ieri in area 55 euro al megawattora rispetto al picco di 59 in virtù anche dell'annuncio di Trump di un avvio dei negoziati di pace tra Ucraina e Russia.

Un tetto ai prezzi del gas non è certo una novità. Nel 2022, a seguito della crisi energetica innescata dallo scoppio della guerra in Ucraina, l'Ue varò un tetto a 180 euro al megawattora, che alla fine non venne mai attivato in quanto i prezzi non si spinsero fino a quel livello (il tetto a 180 euro è scaduto alla fine del mese scorso). A riaccendere i fari sull'importanza di questa misura è stato lo scorso anno il rapporto di Mario Draghi sulla competitività europea, in cui l'ex premier proponeva l'introduzione di 'tetti dinamici' nei casi in cui in Europa il prezzo del gas si discosti notevolmente dai prezzi energetici globali. Ed è proprio la situazione in cui si trova adesso il Vecchio continente con i prezzi saliti vertiginosamente negli ultimi 12 mesi con un balzo del 13% considerando solo le prime sei settimane del nuovo anno sui crescenti timori legati al rapido esaurimento degli stoccaggi (quelli europei sono al 47,8%, mentre l'Italia si attesta al 58,3%).

I negoziati sarebbero ancora in una fase iniziale, ma i maggiori operatori energetici hanno già messo le mani avanti bollando la misura come «dannosa» in quanto potrebbe avere «conseguenze negative di vasta portata per la stabilità dei mercati energetici europei e la sicurezza dell'approvvigionamento in tutto il continente», si legge nella missiva inviata da 11 associazioni gruppi industriali, tra cui produttori di petrolio e gas, alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Il timore è che il tetto ai prezzi vada a rendere più difficile per l'Europa attrarre carichi di gas naturale liquefatto competitivi in termini di prezzi.

«Un tetto ai prezzi non riduce il prezzo dell'energia sul mercato globale, ma può creare una pressione al rialzo sui prezzi e una maggiore volatilità dei prezzi in Europa», aggiunge la lettera che vede tra i firmatari anche Europex, l'associazione delle borse dell'energia europee, e Afme, gruppo di lobby dei mercati finanziari all'ingrosso europei.

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