Gas, la Ue trova l'intesa. Per Draghi è un successo ma Scholz tira il freno

Passi avanti su price cap e "Sure", accordo su acquisti comuni e Ttf. Berlino: "Nessun tetto"

Gas, la Ue trova l'intesa. Per Draghi è un successo ma Scholz tira il freno

Si conclude con un accordo al fotofinish sull'energia l'ultimo Consiglio europeo di Mario Draghi, dopo un avvio caratterizzato dalle divergenze di posizioni dei leader Ue che non faceva ben sperare. Alla fine, però, si è giunti a un accordo nel corso della notte tra giovedì e venerdì e, pur rimanendo alcune distanze tra i Paesi europei, si è trovata un'intesa importante per fronteggiare il caro energia. Non nasconde la soddisfazione Draghi che, lasciando la sede del Consiglio europeo, ha affermato «è andata bene».

Il premier ha poi aggiunto: «Il pacchetto approvato accoglie tutte le proposte dell'Italia: la creazione di un corridoio per i prezzi del gas, il disaccoppiamento tra i prezzi di gas e quelli dell'elettricità, la necessità di avere strumenti comuni per affrontare e mitigare il rincaro dei prezzi dell'energia e l'effetto di questi su imprese e famiglie». Tali decisioni si tradurranno presto «in bollette più basse».

Le misure emerse dal Consiglio Ue prevedono una piattaforma di acquisti comuni su base volontaria - ma obbligatoria per una quota del 15% del volume totale degli stoccaggi in Europa - e un price cap al gas utilizzato per l'elettricità. Spazio poi per incentivare l'utilizzo delle rinnovabili e apertura alla creazione di un nuovo benchmark complementare che rifletta in modo più accurato le condizioni del mercato del gas da affiancare al Ttf (il mercato del gas di Amsterdam). L'ipotesi di un fondo modello Sure sull'energia potrebbe trovare un punto di caduta sul cosiddetto «modello iberico» che prevede l'utilizzo di fondi pubblici per abbassare il costo degli idrocarburi usati per produrre elettricità.

La novità particolarmente apprezzata da Draghi è l'apertura a un possibile debito comune per fronteggiare il caro energia introdotto attraverso la formula di una «mobilitazione di rilevanti strumenti a livello nazionale e Ue» per preservare la competitività globale dell'Europa e mantenere «l'integrità del mercato unico».

Il Presidente francese, Emmanuel Macron, ha descritto la tabella di marcia dei prossimi giorni: «Abbiamo chiesto alla Commissione di agire in maniera molto urgente. La prossima settimana si terrà un Consiglio Energia che ci permetterà di progredire e ci sarà il lavoro della Commissione». Entro inizio novembre la Commissione si esprimerà «molto chiaramente» sul price cap e anche sugli strumenti finanziari a disposizione che potrebbero essere un fondo Sure 2 oppure l'utilizzo dei prestiti ancora disponibili (circa 200 miliardi) del RePowerEu.

In generale, dal Consiglio europeo emergono due messaggi: unità e urgenza. Lo testimoniano le parole del presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen: «Ora dobbiamo lavorare sull'attuazione degli strumenti che abbiamo approvato. A partire dagli acquisti comuni, dalla condivisione del gas e dalla limitazione dei prezzi eccessivi» confermando che i 40 miliardi dei fondi di coesione non utilizzati sono destinati a sostenere le imprese.

Unica nota stonata sono le dichiarazioni del cancelliere tedesco, Olaf Scholz: «Quello sul gas non è un price cap, noi vogliamo limitare i picchi, non pensiamo

che in un mercato globale si possa dire dove dovrebbero essere i prezzi», una posizione che testimonia lo scetticismo tedesco e dei Paesi del Nord Europa a realizzare un tetto al prezzo del gas europeo senza limitazioni.

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