Gatta cacciata dal capotreno. I volontari meglio dei grillini

Era sul Lecce-Torino, ritrovata alla stazione di Pescara Interrogazione M5s alla Camera, l'Enpa risolve il caso

Gatta cacciata dal capotreno. I volontari meglio dei grillini

In questa storia le cose sono un po' diverse, rispetto a quanto accade in un'altra, famosissima storia, quella del burattino bugiardo. Il Gatto e la Volpe (anzi la gatta e le volpi, al plurale) sono i buoni. Mangiafuoco, che nella vecchia storia sembra cattivo ma poi mostra di avere un cuore tenero, qui in teoria è buono perché compie il suo dovere, ma fa una cosa da cattivo. E il Grillo è una Grilla (ho scritto Grilla, non grulla, «miei piccoli lettori»), anzi una grillina la quale, tutta presa dal proprio ruolo di voce della coscienza, esagera un tantinello nel parlare. Anzi nell'interrogare.

La storia è quella di Grisù. Lei, a dispetto del nome che porta, quello del pericoloso gas che quando scappa fa gravissimi danni, quando scappa fa soltanto tenerezza, essendo una tipa molto pacifica. Grisù è infatti una gatta, e si temeva di dover usare il tempo passato, giusto una settimana fa, quando se ne erano perse le tracce. Viaggiava in treno da Lecce a Torino, con i suoi padroni, ma senza mascherina perché se lo può permettere, essendo una gatta. Da Lecce a Torino è un bel tocco di strada anche per una gatta di 14 anni. Ogni tot di ore bisogna sgranchirsi le zampe. Ma per farlo occorre prima uscire da quel maledetto cestino. Prova e riprova, Grisù evade e va a fare due passi tra i vagoni.

Ma incontra il Mangiafuoco-controllore che, vedendola sola, ovviamente non la riconosce quale passeggera in possesso di tutti i suoi diritti, né della facoltà di intendere e di volere. Morale, alla stazione di Pescara, Grisù viene accompagnata all'uscita, senza che i suoi padroni, forse appisolatisi, possano intervenire per pagarle la cauzione. «Troppa grazia, santa Gertrude» (la protettrice dei gatti e dei viaggiatori), si sarà detta la Nostra di fronte a così tanta libertà da essere persino troppa.

Stendiamo un velo felino, per non cadere nel tragico, sull'angoscia del signore e della signora una volta scoperta l'espulsione della loro convivente. Non avendo attivato il «parental control», come si può fare persino per la tv, si saranno giustamente sentiti in colpa. Tuttavia la notizia prende a correre più del suddetto treno, e l'anima animalista degli umani si prende in carico le indagini. Scendono in campo le volpi dell'Enpa di Pescara, della Polizia Ferroviaria, dei cittadini tutti, intenzionati a rimettere le cose a posto e Grisù nel suo cestino.

Nel frattempo, prende la parola la Grilla, cioè la deputata a Cinque Stelle. Avendo per cognome Torto, non esita ad attivarsi affinché il torto subìto da Grisù venga messo in conto al Mangiafuoco-controllore. E minaccia, e promette niente meno che un'interrogazione parlamentare sulla vicenda, postando su Facebook, giovedì scorso, un infuocato j'accuse contro il capotreno. «Ritengo che l'accaduto metta in evidenza ciò che doveva essere fatto e non è stato fatto», tuona, e il discorso non fa né una grinza, né, tuttavia, le fusa ai suoi seguitori da social, secondo i quali va bene tutto ma... un'interrogazione parlamentare su una roba simile... con i tempi che corrono... con tutti i problemi che abbiamo...

Intanto, fra le volpi alacremente al lavoro sulle tracce (inesistenti) di Grisù, probabilmente c'è qualcuno che si ricorda della Lettera rubata, il racconto di Edgar Allan Poe in cui, dopo tanto cercare, si scopre che ciò che si cercava era esattamente dove era stato messo. In altri termini, Grisù era fino a ieri, quand'è stata ritrovata, alla stazione di Pescara.

I gatti, anche quelli di casa, magari pigri, anziani e sovrappeso, se la sanno cavare in mille occasioni. Ma chiedere alla Nostra eroina di fare il biglietto di ritorno sarebbe stato troppo. Ha preferito aspettare la coincidenza. Che per fortuna è arrivata.

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