Alcuni giornalisti - le vittime accertate sono 4 - sono stati molestati sessualmente durante il punto stampa di Elly Schlein al Gay Pride di sabato a Milano. I cronisti stavano seguendo la manifestazione e uno sconosciuto che si è probabilmente intrufolato nella ressa li ha palpeggiati e ha commesso atti sessuali. È successo poco prima della partenza del corteo, in via Vittor Pisani, non lontano dalla stazione Centrale. L'uomo, di circa 40 anni vestito di scuro, non avrebbe nulla a che fare con il partito né con il Pride.
Il Pd si è messo a disposizione per fornire video interni che siano utili a identificare il molestatore. Subito smentita l'informazione che fosse del servizio d'ordine o un volontario del partito. Una delle giornaliste prese di mira, cronista di Fanpage, ha raccontato i fatti. A lei l'uomo ha rivolto la parola, chiedendole se fosse una giornalista e, alla risposta affermativa, l'ha fatta passare avanti. La ragazza era stipata nella «tonnara» in attesa di Schlein, tra afa e gomitate. Lo sconosciuto è dietro di lei, che comincia a sentire «una pressione strana sul fondoschiena». Poi si rende conto che «il membro» di lui non si era «mai staccato» dal suo sedere. La stessa vittima viene anche toccata nelle parti intime, come altri colleghi. Le prime denunce dovrebbero essere formalizzate oggi. Quasi certamente l'uomo, vista la selva di telecamere e telefonini, è immortalato in qualche video. Schlein, con i vertici del Pd regionale e milanese, ha espresso solidarietà alle vittime e condannato l'accaduto: «Lavoriamo affinché la denuncia non finisca nel nulla. Siamo tutti affranti, ancora una volta, per l'ennesimo episodio di violenza. Ci battiamo al fianco di chi denuncia e contro tutte le forme di violenza di genere e molestie sessuali».
Cinzia Pellegrino, senatrice di Fdi e coordinatore nazionale del dipartimento vittime esprime «vicinanza e solidarietà ai giornalisti molestati». Ancora: «Ogni giornalista deve poter lavorare in un ambiente sicuro e rispettoso. Mi auguro che le indagini aiutino ad assicurare il colpevole alla giustizia».
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