È il «momento più buio» del conflitto a Gaza, secondo l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk. Dopo oltre 150 tra morti e feriti in un attacco aereo nella notte di giovedì nel campo profughi di Jabalia, dal quale sono stati evacuati 45mila civili, sono almeno 70 le vittime nelle ultime 24 ore. A causa degli intensi combattimenti si sono persi i contatti con il personale dell'ultimo ospedale funzionante nel nord della Striscia, Kamal Adwan, dove c'erano 200 pazienti e centinaia di rifugiati, denuncia l'Organizzazione Mondiale della Sanità. «Una situazione catastrofica» per stessa ammissione del Cogat, l'organismo del ministero della Difesa israeliano che gestisce gli affari civili nei territori palestinesi. Nel sud, circa 38 persone sono rimaste uccise, di cui 14 bambini per la maggior parte membri della stessa famiglia e un operatore di Medici senza frontiere negli attacchi contro edifici residenziali a Khan Younis, dove negli ultimi giorni i civili sono rimasti in coda per ore per l'ultimo panificio ancora aperto. La campagna vaccinale anti-polio è stata interrotta e 3 soldati israeliani sono rimasti uccisi a Gaza, altri 5 in Libano, dove oltre 100 strutture mediche sono state costrette a chiudere e tre giornalisti sono stati uccisi negli ultimi attacchi al confine con la Siria. Due israeliani sono deceduti invece dopo l'ennesimo lancio di razzi da Hezbollah in Galilea.
Altro che cessate il fuoco, nonostante ci si prepari alla riapertura dei negoziati per una tregua e nonostante gli sforzi del segretario di Stato americano Antony Blinken, che ha incontrato i ministri degli esteri di Giordania ed Emirati arabi uniti e ribadito «l'importanza di porre fine alla guerra a Gaza, assicurare il rilascio di tutti gli ostaggi e alleviare le sofferenze dei palestinesi», ricordando come sia anche «urgente una soluzione diplomatica in Libano».
Nella Striscia, l'Alto commissario Onu per i diritti umani Volker Turk denuncia una situazione «inimmaginabile», «che peggiora di giorno in giorno»: «Le politiche e le pratiche del governo israeliano rischiano di svuotare l'area il nord di Gaza di tutti i palestinesi». E c'è un altro sviluppo «molto preoccupante», riferito dal direttore dell'Oms Ghebreyesus: «Da quando è stata diffusa la notizia di un'incursione nell'ospedale Kamal Adwan (ieri mattina), abbiamo perso i contatti con il personale».
Save The Children definisce «letali» le ultime 24 ore, soprattutto per decine di bambini vittime, tra cui uno di soli 11, e rimarca «l'urgente necessità di un intervento internazionale». L'Oms spera di riprendere la campagna vaccinale antipolio lunedì, «per evitare che il virus si diffonda oltre i confini del territorio devastato dalla guerra». Ma la situazione è drammatica, nonostante la consegna, annunciata dal vicepremier Antonio Tajani, del primo di 15 camion di aiuti alimentari e sanitari per la Striscia dall'Italia al World Food Programme.
«I bambini di Gaza stanno morendo - denuncia l'Unicef - non solo a causa di bombe, proiettili e granate - ma perché, anche quando accadono i miracoli, anche quando le bombe esplodono e le case crollano e le vittime aumentano, ma i bambini sopravvivono, viene loro impedito di lasciare Gaza per le cure urgenti che salverebbero le loro vite». In media, viene evacuato meno di un bimbo al giorno. «Avanti così e ci vorrebbero più di sette anni per portare via i 2.500 bambini che hanno bisogno di cure urgenti».
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