Gaza è allo stremo: assalto ai magazzini. "Situazione disperata. Ora si rischia il caos". Battaglia tra i tunnel

L'offensiva di Israele nella Striscia di Gaza si intensifica, ma nel nord si registrano i primi scontri diretti fra soldati e miliziani di Hamas, mentre la situazione si fa esplosiva fra la popolazione di Gaza e in Cisgiordania

Gaza è allo stremo: assalto ai magazzini. "Situazione disperata. Ora si rischia il caos". Battaglia tra i tunnel
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L'offensiva di Israele nella Striscia di Gaza si intensifica, ma nel nord si registrano i primi scontri diretti fra soldati e miliziani di Hamas, mentre la situazione si fa esplosiva fra la popolazione di Gaza e in Cisgiordania. Migliaia di palestinesi alla fame e alla sete hanno saccheggiato magazzini e centri Onu per la distribuzione di aiuti alimentari. «È un segnale preoccupante che l'ordine civile stia iniziando a crollare dopo tre settimane di guerra e un rigido assedio a Gaza», è l'allarme di Unhwr, l'agenzia per i rifugiati palestinesi. Ma il segretario generale dell'Onu Guterres avverte: «La situazione diventa di ora in ora più disperata (...). Chi ha responsabilità, si fermi prima del baratro».

Israele ha riaperto la seconda delle tre condutture che forniscono la Striscia, per far arrivare più della metà dell'acqua che confluiva prima del conflitto. Ma non basta. Egitto e Francia chiedono una tregua umanitaria, il Papa invoca il cessate il fuoco. L'Iran avverte che Israele «ha superato una linea rossa». Gli Stati Uniti lo convincono a ripristinare Internet e telefonia, mentre si preparano a un allargamento del conflitto. I fornai nella Striscia riapriranno oggi, ma hanno chiesto protezione alla polizia di Hamas, che ha recuperato la merce saccheggiata e fatto diversi arresti. Paura e disperazione dilagano. L'ultimo allarme all'ospedale di al-Quds. Seconda la Mezzaluna Rossa palestinese, Israele ha chiesto di evacuare: «Sarà bombardato».

Le cose non vanno meglio in Cisgiordania, dove dilagano gli scontri fra esercito e popolazione locale e dove cresce anche la violenza dei coloni israeliani. Oltre 110 palestinesi, almeno 5 ieri, sono stati uccisi in Cisgiordania dall'inizio della guerra e a questi si aggiungono i morti di Gaza, 8mila secondo Hamas, un dato che Israele considera propaganda. Netanyahu «ha la responsabilità di tenere a freno i coloni» che si stanno macchiando di «atti violenti inaccettabili contro innocenti» ha ammonito il consigliere alla Sicurezza nazionale americana Sullivan, prima che Biden ribadisse la necessità di tutelare i civili nella prima telefonata a Netanyahu da quando Israele è entrato a Gaza.

Il conflitto sarà lungo, ha avvertito il premier israeliano, che ieri si è scusato per aver addossato a militari e intelligence la colpa dell'attacco subìto da Israele. La sua leadership è parecchio sotto pressione nel Paese, dove i parenti degli ostaggi premono perché sia fatto di tutto per ottenere la loro liberazione, compreso lo scambio con i prigionieri palestinesi chiesto da Hamas. Una nuova delegazione di familiari ha incontrato a Tel Aviv il capo dello Stato Isaac Herzog, che ha garantito: «Ho due obiettivi, il ritorno degli ostaggi e vincere la guerra». E ha liquidato quella di Hamas come «manipolazione psicologica» sui rapiti.

Ma i timori crescono, ora che Israele potenzia l'offensiva su Gaza. Tra azioni via terra e raid incessanti, l'esercito (Idf) vuole spezzare in due la Striscia e ha colpito ieri oltre 450 obiettivi. Gli integralisti di Hamas sbucano dai tunnel - a Erez, nel tentativo di entrare in Israele - e aprono il fuoco.

Israele ne colpisce diversi ma resta nel mirino. Colpi di mortaio delle Brigate Al-Qassam puntano ai tank nel nord-ovest della Striscia. E dal Libano nove razzi in un'ora, Hezbollah rivendica. Un colpo di mortaio su una base Unifil ha ferito un casco blu.

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