Ballano sul filo delle cifre le tensioni tra Europa e Russia sul gas. Nelle scorse ore la società italiana Eni ha reso noto di aver ricevuto da Gazprom, il colosso russo dell'energia, la comunicazione di una diminuzione di almeno un terzo delle forniture di gas.
“Gazprom – si legge in una nota di Eni – ha comunicato che per la giornata di oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno. Eni fornirà ulteriori informazioni in caso di nuove e significative variazioni dei flussi”.
Per il momento il riferimento è unicamente alla giornata odierna. Dunque è possibile che già domani la situazione torni alla normalità. Così come però, è altrettanto possibile che quanto sta accadendo in queste ore sia preludio a un braccio di ferro sul gas capace di mettere in crisi il processo di approvvigionamento di energia in Italia e nel resto d'Europa.
La diminuzione del flusso di gas verso il nostro Paese è stata comunicata nelle stesse ore in cui, sempre dalla Russia, è stata data notizia della chiusura provvisoria per una settimana del gasdotto North Stream. Mosca ha parlato di “lavori di manutenzione ordinaria”, ma il sospetto è che dietro le opere di manutenzione si nasconda la volontà russa di chiudere definitivamente i rubinetti.
È stato proprio il vice cancelliere tedesco, Robert Habeck, a dare l'idea dell'attuale situazione. “Tutto è possibile, tutto può succedere – ha dichiarato durante un'intervista resa ad alcuni media tedeschi – È possibile che fluisca di nuovo più gas, anche più di prima. Ma può anche succedere che non arrivi proprio niente”.
In poche parole, tutto è in mano alla mera volontà di Mosca. Vale per la Germania, così come per l'intera Europa e quindi anche per il nostro Paese. Lo stop parziale comunicato oggi da Gazprom a Eni è lì a dimostrarlo.
I nuovi contratti stretti con alcuni fornitori, quali Algeria e Qatar, sono già in parte esecutivi ma faranno sentire i propri effetti soltanto nei prossimi mesi. Al pari delle nuove iniziative sulle rinnovabili, finanziate con i fondi del Pnrr. Nell'immediato la situazione preoccupa e non poco. Anche in Italia è adesso corsa all'ampliamento della base delle riserve.
Ieri il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Roberto Garofoli, ha parlato di 16 miliardi di metri cubi di gas stoccati tra le riserve, a fronte dei 70 miliardi che in Italia si consumano abitualmente. “Dobbiamo arrivare al 90% di gas stoccato prima che inizi l'autunno”, ha aggiunto Garofoli.
L'impressione è che il gas da ora in avanti è destinato a diventare sempre più un'arma di contrasto tra Russia ed Europa.
Il perdurare delle operazioni belliche russe in Ucraina e delle conseguenti sanzioni europee, potrebbe generare ulteriori tensioni ravvisabili nelle forniture di gas. Ad ogni modo, la diminuzione del flusso verso l'Italia registrato oggi è molto più di un semplice campanello d'allarme.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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