Il gelo siberiano tiene duro. Burian non molla la Penisola, la stringe ancora, nella sua morsa di ghiaccio e neve. Ma la polemica politica quella no, non si raffredda. Nemmeno dopo che le scuse dell'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini.
Da lunedì, cancellazioni e ritardi continuano ad avvicendarsi senza soluzione di continuità. Lo snodo chiave di Roma Termini non ha retto all'urto siberiano e la circolazione ferroviaria è andata in panne. Neanche dopo l'arrivo del sole la situazione è tornata alla normalità. Ieri hanno viaggiato l'80 per cento dei collegamenti ad alta velocità sulla Napoli-Roma-Milano e il 70 per cento di quelli regionali del Lazio. Il Comitato pendolari Orte è sul piede di guerra e denuncia le temperature artiche e la presenza di ghiaccio e neve all'interno dei vagoni del convoglio proveniente da Ancona e diretto a Roma Termini. La promessa di investire 100 milioni per dotare la rete laziale di sistemi antineve e antighiaccio, annunciata da Fs e Rfi, suona come un canto del cigno. A riscaldare il clima ci pensa Matteo Salvini che chiede a gran voce le dimissioni di Mazzoncini, ed anche di «chi lo ha scelto». Nel frattempo il Centro nazionale di meteorologia e climatologia dell'Aeronautica prevede ancora nevicate, deboli nel Lazio e nella parte meridionale della Toscana tirrenica, più abbondanti invece nella Toscana settentrionale. Nella capitale si tratterà solo di qualche sparuto fiocco mattutino e poi pioggia. Tira un sospiro di sollievo Virginia Raggi, prematuramente tornata dalla trasferta messicana. Ad accoglierla in patria, come era prevedibile, ha trovato un «snowstorm» (per usare l'inglesismo sfoggiato dalla prima cittadina alla convention di Città del Messico) di recriminazioni. Falle ed errori del piano neve sono stati ricostruiti da Il Messaggero. Spazzaneve e spargisale «last-minute», rimediati in Piemonte a 48 ore dalla nevicata, e l'assenza di un capo della protezione civile cittadina. Il ruolo è ricoperto ad interim da Diego Porta, comandante della Polizia municipale di Roma, che ha già l'onere di coordinare seimila agenti. Sono bastati 10 centimetri di neve per mettere in difficoltà Roma, eppure, per la sindaca «la macchina amministrativa ha retto». In molti si domandano cosa sarebbe potuto accadere se la perturbazione fosse stata più intensa.
Allerta arancione anche in Emilia Romagna per nevicate in pianura. Codice giallo in Lombardia.
Coldiretti ha calcolato che nelle campagne il conto finale del passaggio del Burian sarà di oltre 300 milioni di euro. Come consolazione, restano gli insoliti paesaggi innevati. Come quello di Rimini, di nuovo imbiancata da un'improvvisa nevicata tra le 4 e le 5 del mattino. O della laguna di Venezia, con i fiocchi su piazza San Marco.
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