Penetrare le comunicazioni radio, decrittarne i codici, inseguire cellulari e Gps, vanificarne i sistemi di sicurezza. Da quando esistono guerre e spionaggio i combattenti hanno sempre cercato di sbirciare dietro le linee nemiche intercettandone le comunicazioni. In Ucraina qualcosa, però, è cambiato. L'intelligence non è più esclusiva delle agenzie istituzionali come Nsa e Cia negli Usa o Ncsc (National Cyber Cecurity Center) in Inghilterra. Parallelamente a quanto successo nella guerra convenzionale con i «contractor», anche i grandi 007 istituzionali stanno lasciando il posto a decine di compagnie private specializzate nella guerra elettronica o nell'osservazione via satellite del nemico.
I russi sono i primi a farne le spese. Per capirlo partiamo dalle vicende del generale Valery Gerasimov. Secondo fonti di Kiev e Washington, sabato scorso il Capo di stato maggiore russo è sfuggito per il rotto della cuffia ai missili piovuti su una scuola di Izium, una cittadina ucraina a sud-est di Karkhiv, dove aveva convocato i comandanti responsabili dell'offensiva militare nel Donbass. L'attacco, pur mancando Gerasimov, da poco risalito sul suo elicottero, sarebbe costato la vita ad un altro generale. Gerasimov, considerato un tempo l'inventore e la mente della cosiddetta «guerra ibrida», rischia, insomma, di diventarne la vittima più eccellente. Per capire perché controllo e gestione della guerra ibrida siano passati nelle mani di Washington e Londra bisogna partire dalla moltiplicazione delle agenzie private d'intelligence. Agenzie a cui il Pentagono garantisce ingenti contratti per la gestione in subappalto della sorveglianza via satellite dell'Ucraina o per la cosiddetta SigInt (Signal Intelligence), l'intercettazione e l'analisi dei segnali elettronici. Un'autentica rivoluzione copernicana che moltiplicando le fonti spionistiche e pubblicizzandone alcuni risultati anziché tenerli segreti sfrutta l'intelligence per influenzare l'opinione pubblica attraverso l'informazione o la disinformazione. Compagnie come HawkEye 360 o la Maxar Technologies, proprietarie di reti satellitari disponibili un tempo le mosse russe. E a differenza delle agenzie di spionaggio istituzionali, chiamate a verificare fonti e risultati possono diffonderle ai media contribuendo ad influenzare l'opinione pubblica e costruendo l'immagine di un esercito russo impegnato a schiacciare la resistenza ucraina. Il tutto mentre dall'altra parte l'intelligence russa non riesce a fornire alcuna evidenza sul ruolo dei contractor occidentali, delle forze speciali accusate di addestrare gli ucraini o sui movimenti di armi e mezzi garantiti dalla Nato. Un vantaggio che garantisce un'informazione a senso unico.
Nel delicatissimo, ma più oscuro settore della SigInt il cambio di passo ha effetti ancor più devastanti. La moltiplicazione e la capillarizzazione delle strutture capaci d'inseguire i segnali elettronici provenienti dallo schieramento russo facilita la decrittazione dei codici e permette di intercettare le singole comunicazioni dei militari alle proprie famiglie o i segnali Gps delle colonne in movimento. E, aldilà del caso più prosaico della moglie pronta a scherzare con il marito russo sulle violenza alle donne ucraine, la mole di dati ritrasmessa alle unità di Kiev contribuisce alle durissime perdite di Mosca. L'intercettazione sistematica dei telefoni dei comandanti russi e la violazione dei loro codici ha permesso, ben prima del tentato blitz contro Gerasimov, l'uccisione di almeno otto generali. Un caso senza precedenti non attribuibile né al caso, né alle capacità tecnologiche di Kiev.
E' piuttosto l'evoluzione del Grande Fratello trasformatosi, grazie alle ingenti risorse trasferite ai privati, di una rete d'ascolto ben più pervasiva e onnipresente di quella garantita dal centralismo militare e spionistico di Mosca.
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