Londra «Sollevate e riconoscenti». Così hanno dichiarato di sentirsi le vittime di Ghislaine Maxwell, la compagna britannica del pedofilo americano Jeffrey Epstein, subito dopo il verdetto emesso mercoledì dalla giuria del tribunale di New York. La figlia prediletta dell'editore Robert Maxwell è stata dichiarata colpevole di ben cinque dei capi d'accusa che le erano stati contestati, tutti legati al traffico e abusi sessuali su minori. La donna, che ha appena compiuto sessant'anni, ora ritornerà nel carcere di massima sicurezza dì Brooklyn in attesa di conoscere l'entità della condanna che dovrà scontare, mentre la sua squadra di costosissimi avvocati ha già iniziato a lavorare sull'appello.
Vista l'estrema gravità dei reati di cui si è macchiata, capovolgere la sentenza a suo favore appare un'impresa assai difficile. Ghislaine, che ha sempre proclamato la propria innocenza, è stata ritenuta colpevole di aver procurato decine di vittime minorenni al suo ex fidanzato Epstein e ai suoi facoltosi amici che ne avrebbero poi abusato sessualmente, talvolta anche con il coinvolgimento della stessa imputata. Il processo, che inizialmente doveva durare molto più lungo, si è concluso nel giro di un mese e la giuria si è accordata per un verdetto unanime scevro da dubbi. «Mi sento rinfrancata e grata alla giuria che ha saputo riconoscere la valenza del comportamento predatorio che Maxwell ha messo in atto per anni - ha dichiarato Annie Farmer, l'unica delle quattro accusatrici della donna che ha testimoniato con il suo vero nome - lei ha ferito e danneggiato per sempre molte più donne dì quelle che, come noi, hanno avuto l'opportunità dì testimoniare in aula. Mi auguro che questa sentenza porti quindi un po' di conforto a tutte loro dimostrando allo stesso tempo che nessuno è al di sopra della legge». «Quella che Ghislaine ha fatto a così tante di noi è imperdonabile» ha commentato Virginia Roberts Giuffrè, la prima vittima della coppia Epstein-Maxwell, che non ha testimoniato direttamente al processo, ma ha invece intrapreso una causa civile di risarcimento contro il Principe Andrea, secondogenito della Regina e amico sia di Ghislaine che di Epstein. La Giuffrè aveva conosciuto la Maxwell giovanissima e l'ha definita «più diabolica di Epstein». «Usava quel suo charm sapete - ha raccontato Giuffrè in un'intervista alla rivista The Cut - aveva quel sorriso, quello sguardo come di qualcuno di cui ti potevi fidare. Questo verdetto mi provoca una sensazione dolceamara perché ho lottato per così tanto tempo».
Ora però che la condanna è arrivata, aumentano le speculazioni sulla possibilità che la Maxwell riesca a farsi ridurre una pena detentiva pesantissima - rischia almeno 65 anni di carcere - accettando di collaborare con il governo americano in un'inchiesta più ampia che porti alla luce gli altri, e forse ben più importanti protagonisti, del cerchio magico creato da Epstein. Si è parlato a lungo delle prove che la coppia avrebbe raccolto nel corso di anni di frequentazioni e che forse ora la signora Ghislaine sarebbe finalmente disposta a condividere con gli inquirenti in cambio di qualche anno in meno da scontare nelle prigioni statunitensi. C'è anche chi si chiede però se la Maxwell sia veramente ancora in grado di fornire informazioni di vitale importanza per eventuali future inchieste o se invece il governo non sappia già tutto e questa non sia che una strategia già tentata dall'imputata senza successo.
Intanto, concluso questo processo, l'attenzione si sposta nuovamente sul Duca di York. La seconda fase dell'azione civile intentata contro di lui da Virginia Giuffrè avrà luogo infatti sempre presso il tribunale di New York la prossima settimana.
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