Da osservatore ha attraversato un sacco di guerre, passandone indenne. La peggiore l'aveva dentro casa. Il fotoreporter britannico Paul Lowe, famoso per aver documentato il conflitto civile nell'ex Jugoslavia, lodato per aver acceso i riflettori sull'assedio di Sarajevo, è stato trovato morto il 12 ottobre sulle montagne di San Gabriel, lungo un sentiero escursionistico in California. Il 60enne sarebbe stato pugnalato al collo, secondo quanto riportato dall'ufficio del medico legale di Los Angeles. Ma la cosa ancora più atroce è che per l'omicidio è stato arrestato suo figlio, il diciannovenne Emir, che dovrà comparire davanti al tribunale di West Covina, come ha fatto sapere l'ufficio del procuratore distrettuale della contea di Los Angeles. Paul Lowe, premiato fotografo freelance e insegnante che viveva e lavorava tra Sarajevo e Londra, ha pubblicato i suoi reportage sulle pagine di Time, Newsweek, Life, Der Spiegel, The Observer e The Independent per citarne alcune. Ha documentato notizie straordinarie come la caduta del Muro di Berlino, il rilascio di Nelson Mandela, il genocidio in Rwanda, la distruzione di Grozny e in maniera costante la guerra in Bosnia. Ha pubblicato la sua monografia intitolata Bosnians, riguardante la situazione bellica e post-bellica in Bosnia. Secondo la polizia, l'incidente è avvenuto alle 15.28 di sabato scorso a Mount Baldy Road, vicino alle cascate di Stoddard Canyon. Gli agenti hanno trovato «un maschio bianco adulto ferito al torso.
E un altro maschio bianco adulto è stato visto allontanarsi dalla scena ed è stato successivamente coinvolto in un incidente stradale a pochi chilometri di distanza. L'uomo è stato trattenuto in attesa di ulteriori indagini». Lowe ha trovato il vero inferno in casa.
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