Sarà pur vero che morto un re lasciamo da parte il caso particolarissimo del Papa - se ne fa un altro, ma in Giappone si tratta di imperatori e la faccenda è molto più seria. Anche se dopo l'umiliante sconfitta per mano e bomba atomica americane nel 1945 il sovrano del Sol Levante ha rinunciato alla sua pretesa di essere una divinità vivente, l'evento rappresentato dalla sua ascesa al trono rimane qualcosa di strettamente connesso alla mistica di un popolo. E quello giapponese, per quanto modernizzato a tappe forzate negli ultimi centocinquant'anni, rimane saldamente ancorato alla tradizione. Ecco dunque che anche alla intronizzazione del nuovo imperatore Naruhito, che avverrà il primo maggio, si accompagnerà ufficialmente l'avvio di una nuova Era, che nel caso di Naruhito lo ha comunicato solennemente il portavoce del governo Yoshihide Suga avrà il nome di Reiwa, ovvero «Ordine e Armonia».
A noi occidentali e repubblicani potrà sembrare un anacronismo, ma in Giappone le cose non funzionano così. Per annunciare l'imminente inizio di Reiwa, Suga ha convocato una conferenza stampa nel corso della quale ha detto a nome del governo di aspettarsi che «la nuova era sia largamente accettata dal pubblico e si radichi profondamente nelle vite dei giapponesi». Lo stesso primo ministro Shinzo Abe (peraltro un tradizionalista convinto e notorio) terrà presto un discorso alla nazione per spiegare il significato di Reiwa. In attesa di ciò, è utile sapere che la parola destinata a essere utilizzata accanto alla numerazione occidentale sui calendari, su certificati e documenti ufficiali, e perfino sui giornali è stata selezionata tra cinque proposte al termine di un complicato processo che ha visto coinvolti nove esperti, e che è composta e viene scritta con due caratteri kanji, ispirata a un classico della poesia giapponese waka dell'ottavo secolo.
Almeno ai nostri occhi, per la verità, i titoli ufficiali delle ere imperiali paiono più formali che sostanziali. Se Reiwa significa Ordine e Armonia, l'era del sovrano Akihito, che va a concludersi con la sua insolita abdicazione all'età di 85 anni, si intitolava enigmaticamente Heisei, ovvero Raggiungere la Pace. La precedente, quella lunghissima dell'imperatore Hirohito durata dal 1926 ai primi giorni del 1989, ebbe il nome di Showa (Pace e Armonia), e non si può dire che abbia mantenuto le promesse, con il Giappone non solo sconvolto dalla devastante Seconda Guerra Mondiale, ma anche segnato per sempre dallo choc atomico di Hiroshima e Nagasaki, senza dimenticare la già citata parola fine sulle pretese soprannaturali dello sconfitto discendente degli dei.
Una curiosità: l'anticipo di un mese dell'annuncio rispetto all'effettivo
inizio dell'era Reiwa è stato spiegato con l'assai pratica necessità di dar tempo ai funzionari del governo di aggiornare i software, evitando imbarazzanti problemi tecnici. Ordine e Armonia prima di tutto, per l'appunto.
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