«Una volta facevamo le barricate su queste cose qui». La sintesi dell'ennesimo contrappasso di cui è vittima il M5s ce la offre l'europarlamentare Ignazio Corrao nella tarda serata di lunedì. Si è appena conclusa la puntata di Report sui finanziamenti delle lobby ai politici e nel servizio è stato coinvolto anche il parlamentare europeo pentastellato Dino Giarrusso. L'ex Iena è al centro delle polemiche per le donazioni ricevute durante la campagna elettorale per le europee del 2019. Parliamo di 4mila e 800 euro donati dalla lobbista Ezia Ferrucci, ceo della Bdl lobbying srl e consulente della British American Tobacco, di 4mila e 900 euro versati dalla Promedica Srl di San Giovanni La Punta in provincia di Catania e di 5mila euro donati da Carmela Vitter, la moglie di Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato della società Irbm di Pomezia. Proprio l'istituto di ricerca che sta collaborando con l'Università di Oxford allo sviluppo del vaccino anti-Covid di AstraZeneca. Giarrusso si difende. «Ho accettato il finanziamento solo dopo aver saputo che la stessa Ferrucci ha finanziato allo stesso modo la campagna elettorale delle politiche del 2018 di tutto il M5s», dice. «Se questa persona ha finanziato tutti gli eletti alle politiche del 2018 - spiega Giarrusso - allora potrà finanziare anche me».
Nessuna illegalità dunque, ma una violazione del regolamento interno del M5s che potrebbe costargli l'espulsione. Infatti spunta un vademecum per i candidati dei Cinque stelle alle Europee del 2019, tirato fuori prontamente da Piernicola Pedicini, anche lui europarlamentare del Movimento. Nel testo è stabilito un tetto di 3mila euro per ogni donazione ricevuta in campagna elettorale. Sullo sfondo della vicenda Giarrusso c'è una faida interna al gruppo M5s a Bruxelles, con il rischio di una mini-scissione tra i «portavoce» vicini ad Alessandro Di Battista e quelli legati ai governativi. Tra gli eletti europei ribelli, oltre a Pedicini, c'è anche Corrao. Che rincara la dose: «Non ho preso mai un euro da lobbisti e ne andrò sempre fiero, perché profondamente inopportuno. Una volta facevamo le barricate su queste cose qui».
Fonti del M5s ammettono subito l'irregolarità commessa da Giarrusso.
E in mattinata il capo politico Vito Crimi segnala il caso al collegio dei probiviri. L'ex Iena rischia l'espulsione. Ma lui si giustifica così parlando con l'Adnkronos: «È un vademecum interno, legato solo alle Europee, che onestamente mi era sfuggito».
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