Il gioco pericoloso di Putin Ora Mosca punta sul Pacifico

Tupolev russi al largo dell'Indonesia: allerta dell'Australia Così il Cremlino vuole estendere la propria influenza

Il gioco pericoloso di Putin Ora Mosca punta sul Pacifico

Non c'è più angolo di pianeta, ormai, su cui non si stenda il braccio armato della Russia di Putin. Deciso a rivendicare quel ruolo strategico cui il Cremlino aveva a malincuore rinunciato dalla fine della Guerra Fredda, l'ultimo zar proietta la silhouette del Cremlino sugli angoli più remoti del globo. L'ultima, allarmata segnalazione arriva dall'Australia. È lì, a Darwin, nell'estremo nord ovest del Paese, che nei giorni precedenti il Natale una base aerea è entrata in fase di preallarme dopo aver intercettato sugli schermi radar due Tupolev con la stella rossa. Nessuna violazione di spazio aereo, beninteso. I due bombardieri TU-95 Ms, capaci di trasportare ordigni nucleari, volavano al largo delle coste indonesiane nell'ambito di una esercitazione aeronavale. Ma è bastata, la loro presenza nell'area, per ribadire l'intenzione dell'ex compagno Putin di estendere e rafforzare l'influenza russa sull'oceano Pacifico.

Allarme analogo era risuonato qualche giorno fa nel mare del Nord, quando all'orizzonte di quel che per l'Ammiragliato britannico è «zona di interesse nazionale» era spuntato il profilo grifagno della «Almirante Gorshkov». La Royal navy aveva immediatamente inviato in zona la fregata «St. Albans» per monitorare le attività della nave da guerra russa. Dopo di che la fregata russa era stata scortata da molto vicino fino a quando il pennacchio nero sparato dal suo fumaiolo non era diventato evanescente, il giorno di Natale, laggiù verso il mare aperto. Un «incontro ravvicinato» che ha innalzato le tensioni ultimamente crescenti tra il Regno Unito e la Russia.

Ora ci risiamo, anche se dall'altra parte del pianeta. Peter Jennings, esperto australiano di sicurezza nazionale citato dal «Guardian», ritiene che la Russia stia «apertamente allargando la sua influenza fino alle periferie del mondo, ribadendo il suo ruolo nell'area del Pacifico. E lo fa spiegando la sua forza militare».

Da Mosca stemperano gli allarmi, sostenendo (parola del Ministero della Difesa) che «i voli della nostra Aeronautica sulle acque internazionali dell'Artico, del mar Nero e del Caspio, nonché quelli condotti dalla flotta del Pacifico rispettano pienamente gli standard delle leggi internazionali».

I due «orsi» (così in gergo vengono chiamati i grandi bombardieri Tupolev, capaci di un'autonomia di 15 mila chilometri) erano partiti dall'Amur, vasta e gelida regione sud orientale della Russia. Ed erano stati riforniti in volo da un Ilyuscin 78.

L'anno scorso, hanno rivelato fonti della Difesa australiana, la Russia ha inviato segretamente un cargo carico di 20 containers pieni di armi al suo «nuovo partner regionale», la Repubblica di Figi, in Oceania. E con le armi, era arrivato un cospicuo manipolo di «istruttori».

Sono almeno sette anni, sostiene l'analista strategico ed esperto di cose militari russe Alexey Muraviev, che Mosca sta guardando al Pacifico e ai Paesi asiatici come motori della nuova economia globale. E se da un lato la crescita economica della Cina inquieta il Cremlino, dall'altro a Mosca non si può non vedere con favore la nascita di un mondo multipolare, dove gli Usa non la fanno più da padroni.

Ci mancavano solo le tensioni crescenti, col rischio relativo di un incidente nucleare, tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord, per indurre la Russia a raddoppiare la presenza russa nell'area, per affermare con le sue cannoniere e i suoi bombardieri il ruolo del Cremlino nel Big Game del Pacifico.

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