Niente «Don Carlo» e Prima della Scala quest'anno per Giorgia Meloni. E se del suo forfait che ha sorprendentemente fatto coppia con quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella già si sapeva, infrangendo la tradizione che vuole una delle due cariche dello Stato ospite del palco reale, non era ancora noto che la premier avrebbe comunque passato il Sant'Ambrogio sotto la Madonnina. Condividendo con i milanesi la festa del santo patrono a loro molto caro. Niente stucchi e velluti rossi al Piermarini dunque, ma in mattinata il bagno di folla all'Artigiano in Fiera, la grande kermesse ideata da Antonio Intiglietta che anche quest'anno porterà quasi un milione di persone a visitare 2.500 espositori in arrivo da tutto il mondo. Con progetti di sviluppo per Paesi in difficoltà che diventano esempi virtuosi di cooperazione internazionale.
Poi la presenza in un luogo simbolo della battaglia al Covid, quell'ospedale in Fiera allestito per volere del presidente della Fondazione Fiera Enrico Pazzali e costruito grazie alla beneficenza dei lombardi (e di molti lettori del del Giornale). E proprio in quei padiglioni giovedì Pazzali accoglierà Meloni e il vicepremier Matteo Salvini per un pranzo offerto 500 famiglie indigenti con Fondazione Arca. Accompagnamento musicale con i canti natalizi dei giovani dell'Accademia della Scala e menù firmato da due chef stellati «Ambasciatori del gusto» grazie agli sponsor Esselunga e «G! Come Giocare» che distribuirà giocattoli i Lego ai bimbi. Sembra salti la prevista presentazione del progetto per il nuovo centro di produzione Rai al Portello che consentirà di dismettere l'ormai datato Corso Sempione e dunque ritorno a Roma, proprio mentre risuoneranno le prime note ed Elisabetta di Valois starà attraversando la foresta di Fontainebleau per incontrare l'infante di Spagna.
Queste le tappe, alla sensibilità di ognuno l'interpretazione di un programma che evidentemente punta
al pop ed evita il salotto buono. Lasciando a Salvini, al presidente del Senato Ignazio La Russa e al ministro Giuliano Sangiuliano più l'onere che l'onore di affrontare la platea della Scala senza Mattarella alle spalle.
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