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Giorgia, il gran rifiuto. "Proposte sbagliate per merito e metodo". Nuova partita sui voti

Nomine sottoposte alla strettoia dell'aula. E senza i 24 di Fdi, maggioranza risicata

Giorgia, il gran rifiuto. "Proposte sbagliate per merito e metodo". Nuova partita sui voti
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«In Europa a testa alta. Giorgia Meloni dice no alle nomine imposte dalla sinistra». Le perplessità sulle nomine europee, per usare un blando eufemismo, sono manifeste dalle parti della premier a e di Fratelli d'Italia. E diventano anche oggetto di una comunicazione a mezzo social, un messaggio chiaro per dire senza infingimenti che le indicazioni arrivate dai leader a Bruxelles non saranno sottoscritte dal governo italiano.

L'accordo, raggiunto alla mezzanotte di due giorni fa, con il via libera del Consiglio europeo prevede un secondo mandato di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione, elegge il socialista Antonio Costa presidente del Consiglio e affida alla liberale estone Kaja Kallas il ruolo di Alto rappresentante per la politica estera. La decisione sui top jobs, insomma, è presa, ma senza il sì dell'Italia. Più nel dettaglio Giorgia Meloni vota contro Costa e Kallas e decide di astenersi su von der Leyen. L'offensiva dei Popolari per arrivare a un punto di incontro con la premier italiana non va a buon fine e la presidente del Consiglio esprime «la contrarietà rispetto al metodo seguito dai negoziatori» di Ppe, Socialisti e liberali. «La proposta formulata da popolari, socialisti e liberali per le nomine dei vertici europei è sbagliata nel metodo e nel merito» attacca Giorgia Meloni. «Nel merito perché non è stata neanche vagamente anticipata da una discussione su quale debba essere il mandato da dare per chi ricopre questi incarichi, a seguito di elezioni nelle quali i cittadini europei hanno chiesto una linea nuova e diversa per l'Unione europea. Nel metodo, perché la logica che si è voluta imporre è quella di una logica maggioranza e opposizione che, secondo me, non ha alcun senso nei massimi incarichi delle istituzioni europee».

Giorgia Meloni, insomma, vuole giocare la sua partita anche a rischio di perderla, piuttosto che accettare un compromesso al ribasso. Ora lo showdown è previsto per la seduta plenaria del 16-19 luglio. Meloni ascolterà con attenzione le linee programmatiche che presenterà von der Leyen, così come ascolterà le sue idee sul ruolo dell'Italia. Von der Leyen deve conquistare la maggioranza assoluta dei 720 deputati, quindi deve raggiungere almeno quota 361. Il voto è segreto e il rischio franchi tiratori esiste. Al momento la maggioranza che sostiene von der Leyen Ppe, S&D e Renew - si attesta attorno ai 400 voti. Il margine, all'interno di un Parlamento dalla struttura complessa come quello europeo, non è dei più rassicuranti, senza considerare che l' apertura della presidente uscente ai Verdi ha suscitato qualche malumore e dentro il Ppe c'è chi come Manfred Weber e Antonio Tajani chiede di aprire ai Conservatori.

In questo senso i 24 europarlamentari di Fratelli d'Italia rappresenterebbero un salvagente invitante. La linea, insomma, è quella di resistere, come ribadisce il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti. «Chi in queste ore pensa di colpire il governo, cianciando di marginalità sulle nomine, non ha ancora capito che l'unico obiettivo di Giorgia Meloni è fare gli interessi degli italiani, senza più essere mero spettatore di scelte altrui. L'Italia non accetterà alcun diktat di chi vuole lasciarla in panchina. Giorgia Meloni non si presenterà di certo con il cappello in mano, come fece Giuseppe Conte, alias l'avvocato del popolo, lieto di essere ricompensato con poche briciole. Il coraggio di portare avanti le proprie ragioni non manca di certo al nostro governo».

E Raffaele Fitto (nella foto) - tra i nomi in pole position per un incarico come commissario europeo - festeggia la trasmissione a Bruxelles della sesta rata del Pnrr, pari a 8,5 miliardi. «Anche per la sesta rata siamo la prima nazione a presentare la richiesta». E incassa l'endorsement di Antonio Tajani: «Ha grande esperienza, sarebbe un eccellente commissario».

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