Il popolo di Comunione e Liberazione tifa per la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Arrivata per la prima volta in presenza al tradizionale appuntamento di agosto, ha riscosso una vera e propria ovazione, vincendo la sfida dell'applausometro. Per lei grandi consensi e anche qualche coretto «Brava Giorgia» e «Forza Giorgia» durante l'appuntamento più atteso del Meeting di Rimini, ovvero l'Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà, che si è svolto in un Auditorium gremito come non mai.
A un mese dalle elezioni, quello di ieri mattina è stato il primo (e forse unico) faccia a faccia dei leader di partito riuniti in carne ed ossa intorno allo stesso tavolo: da Matteo Salvini a Enrico Letta, da Giorgia Meloni ad Antonio Tajani, da Luigi Di Maio a Ettore Rosato. Mancavano Matteo Renzi (ma Italia Viva era rappresentata dal vicepresidente della Camera Rosato) e Carlo Calenda che però arriva domani al Meeting.
Grande assente, invece, e non senza polemica, il leader pentastellato, Giuseppe Conte. «Oggi al Meeting non è stata ospitata la voce del Movimento 5 Stelle scrive sui social -. C'era invece una sfilata di politici che fanno finta di litigare in pubblico e poi intorno ad un tavolo trovano sempre l'accordo. Poi ci siamo noi, diversi da loro. Siamo scomodi per un certo sistema che vuole escluderci e oscurarci».
La platea della kermesse ciellina ha confermato quanto emerge dagli ultimi sondaggi elettorali, consacrando la leader di Fratelli d'Italia regina del dibattito. In platea vero e proprio tifo da stadio per lei. Ai due lati del podio, Matteo Salvini (che ha comunque avuto un buon consenso) ed Enrico Letta, che ha riscosso invece qualche contestazione, nel passaggio in cui ha proposto l'allungamento della scuola dell'obbligo dall'infanzia fino al ciclo completo delle superiori. Deboli consensi per Di Maio e Rosato.
Prima dell'incontro in pubblico, gli esponenti politici si sono susseguiti, uno ad uno, in brevi conferenze stampa. Niente stretta di mano tra Salvini e Di Maio (che si è detto disponibile a un faccia a faccia, anche al Papeete) e poche battute tra i leader nel salottino riservato agli ospiti.
Il consenso per la Meloni non si è concluso sul palco. In un tour guidato ai padiglioni della fiera di Rimini, stretta in un cordone dei volontari, Meloni ha sorriso e accolto gli applausi della gente. «Sono contenta, magari è un dovere di ospitalità visto che è la prima volta che vengo qui di persona. Magari erano contenti di vedermi di persona». E alla domanda se il popolo di Comunione e liberazione è con lei, la leader di Fratelli d'Italia sorride: «Vedremo, questo lo vedremo. Lo dovete chiedere a loro, io ho solo detto quel che pensavo». C'è anche chi le allunga un panino. «Ti voglio bene dice Meloni a Giovanni, il giovane che glielo porge non ho nemmeno mangiato, mi hai salvato la vita». «Se sono ottimista? Io combatto prima», scherza Meloni.
E se Comunione e Liberazione non è ancora scesa in campo verso uno schieramento, il presidente Giorgio Vittadini ha concluso il dibattito ringraziando tutti i partiti.
«Hanno dato dimostrazione di cosa è la politica e cosa deve essere un partito per la comunità: hanno discusso animatamente, ma in un clima di collaborazione. Questa è la risposta al tema della disaffezione della politica», ha osservato.
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