Giornalisti russi o spie? Copasir e Vigilanza Rai indagano sui talk show

Dubbi sugli ospiti da Mosca: sono portavoce del Cremlino. Mercoledì audizione di Fuortes

Giornalisti russi o spie? Copasir e Vigilanza Rai indagano sui talk show

Giornalisti o portavoce del Cremlino nei talk show della Rai? La domanda circola da qualche giorno nei palazzi della politica e ora la questione arriva nelle commissioni parlamentari che hanno la mission di valutare e confrontarsi con i vertici di Viale Mazzini. L'obiettivo è capire se gli ospiti della tv di Stato che rilanciano la propaganda di Mosca si muovano effettivamente come autonomi rappresentanti dell'informazione o come funzionari del governo di Vladimir Putin. Una discussione che potrebbe sfociare nel divieto di partecipazione alle trasmissioni Rai ai giornalisti russi fino alla fine del conflitto, o comunque in un forte invito a limitarne la presenza. Una indicazione che potrebbe essere inserita nel nuovo regolamento sugli ospiti nelle trasmissioni, regolamento che dovrebbe prevedere una maggiore rotazione degli opinionisti, l'individuazione di esperti qualificati con la richiesta di privilegiare le ospitate gratuite.

L'invito a valutare meglio i profili degli ospiti russi è stato avanzato martedì da Andrea Romano, deputato Pd e membro della Vigilanza col sostegno di altri commissari come Michele Anzaldi di Italia viva. Il presidente dell'organismo di controllo, Alberto Barachini, ha sottoposto il tema al numero uno del Copasir, Adolfo Urso. Inizialmente si era ipotizzato di procedere a una audizione unica davanti alla due commissioni riunite dell'amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, approfittando della sua convocazione già prevista in Vigilanza il 4 maggio. Ieri però Urso e Barachini si sono incontrati e hanno deciso di investire i rispettivi organi parlamentari di due procedure diverse, nel rispetto delle loro competenze. In particolare il Copasir, per cui la legge impone riservatezza e segretezza, si è attivato per convocare successivamente l'amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes e il presidente dell'Agcom, Giacomo Lasorella.

A questo punto la commissione Vigilanza Rai procederà come da calendario mercoledì prossimo all'audizione di Fuortes, ascoltandolo sui profili relativi all'informazione del servizio pubblico sul conflitto. Barachini non è entrato nel merito, limitandosi a rivendicare «la bontà e la correttezza dell'iniziativa con cui ho invitato al massimo rigore nella scelta degli ospiti, promuovendo anche una rotazione degli stessi, iniziativa sulla quale non ho compreso le ragioni della retromarcia dei Cinquestelle». La mozione ha incontrato la contrarietà dei grillini, con Alberto Airola in testa a chiederne il ritiro ritenendola un'ingerenza nell'attività interna della tv pubblica. Barachini, però, dopo l'audizione di Fuortes, dovrebbe decidere di mettere comunque la mozione in votazione.

La polemica sugli ospiti della tv pubblica è partita all'indomani della presenza a CartaBianca, di Nadana Fridrikhson, giornalista della tv russa filoputiniana Zvedza. Sono state le sue parole a spingere i parlamentari a invocare un'audizione del Copasir per valutare se sia lecito invitare organi della propaganda putiniana in Rai. Fridrikhson ha sostenuto che «l'operazione militare speciale russa ha il compito di terminare la guerra iniziata dal regime di Kiev sostenuto dagli Stati Uniti». Una sortita che non è passata inosservata.

A questo punto bisognerà decidere in quale forma e intensità declinare la raccomandazione da inviare ai dirigenti Rai così da evitare di trasformare i canali del servizio pubblico in terminali della propaganda di guerra.

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