Un peschereccio zeppo di tunisini, che Malta spinge verso Lampedusa. Almeno 250 migranti sbarcati da soli o soccorsi dalla Guardia costiera. E la nave Open arms, della Ong spagnola, arrivata a Trapani con altre 252 persone. Nelle ultime 24 ore l'Italia è di nuovo travolta dall'ondata di migranti, oltre 500, in gran parte illegali. Non a caso gli sbarchi dall'inizio dell'anno sono 31.214, tre volte tanto gli arrivi dello stesso periodo nel 2019.
Un peschereccio carico di clandestini partito dalla Tunisia si trovava ieri ad appena 13 miglia da Lampedusa, poco fuori le acque italiane. Le prime informazioni parlavano di 149 tunisini a bordo. Più tardi, grazie ad un sorvolo, non si notava l'affollamento. In realtà ci sarebbero 75 persone. Il peschereccio è stato individuato in acque di ricerca e soccorso maltesi e La Valletta ha assunto il coordinamento della situazione coinvolgendo anche la Tunisia. I maltesi hanno addirittura ordinato: «Dirigetevi verso Lampedusa». Poi cercavano di smentire, ma sono stati sbugiardati dai tunisini che hanno confermato l'assurdo invito. La Farnesina ha convocato l'ambasciatore maltese per chiedere spiegazioni. La Guardia costiera ha intimato al comandante di non entrare nelle nostre acque territoriali. Da bordo è stato comunicato che «i passeggeri si stanno ribellando perché vogliono andare in Europa». Alarm phone, il centralino dei migranti, ha annunciato, dopo allarmi inesistenti, che alla fine «tre barche sono arrivate in Italia!» con 229 migranti.
La Guardia costiera e le motovedette della Finanza sono state costrette a soccorrere 169 persone, su gommoni e barchini segnalati da Alarm phone. In totale sono sbarcati a Lampedusa in circa 250. Le partenze dalla Libia sono aumentate negli ultimi giorni grazie al mare in buone condizioni. Però i trafficanti di uomini utilizzano gommoni sempre più fatiscenti. Anche ieri è stato confermato un naufragio, ma i libici su segnalazione di un aereo di Frontex avrebbero soccorso 100 migranti. Le vittime sarebbero due. Nel frattempo la nave Open arms è arrivata nel porto di Trapani per sbarcare, in quarantena, 252 migranti soccorsi negli ultimi tre giorni. Nonostante gli interventi siano avvenuti a 30 miglia dalla Libia e il porto sicuro più vicino fosse in Tunisia. La nave batte bandiera spagnola ed è partita dalla Catalogna, ma non si sogna di portare in patria almeno i migranti che stanno bene. Solo questo mese sono stati registrati 4011 sbarchi con una punta di 923 il giorno 3 novembre. Il numero totale di arrivi dall'inizio dell'anno, di oltre 30mila, ha superato pure quello del 2018 di 22.518 persone. E il 40% (12.430) è composto da tunisini, che non hanno diritto a restare in Italia.
Dopo la tragica morte in mare del piccolo Joseph, i talebani dell'accoglienza di Open arms annunciano via twitter che «è necessaria un' opera di tutela delle Ong, anche a livello di opinione pubblica, per reagire alla diffamazione e per sollecitare invece l'appoggio». Forse si sono accorti che i commenti negativi sul loro stesso account twitter talvolta superano quelli positivi. «Continuate a salvare vite, ma portatele in Spagna!». Alcune accuse sono più pesanti: «Anche oggi il fatturato è salvo. Negrieri». Un utente scrive «grazie, ora per piacere portateli in Italia, ne abbiamo bisogno per le pensioni e per dar da mangiare alle cooperative». Un altro si chiede in inglese: «Non ci sono state così tante partenze tutte in una volta da mesi.
Esiste qualche correlazione tra Open Arms in mare e il numero di partenze e morti negli ultimi due giorni?». E chi li invita a sbarcare i migranti in Spagna sostiene che «come al solito, fate gli umanitari con il Paese degli altri».
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