«Depositare prove favorevoli a Matteo Salvini è un atto discrezionale». E così tre pm vengono archiviati. Arriva da Caltanissetta l'ultima sentenza che riaccende lo scontro tra toghe e Parlamento sull'immigrazione, dove la giurisprudenza si è già frapposta alla politica, vedi la sentenza svuota Cpr del giudice Iolanda Apostolico.
Nel 2019 l'allora ministro dell'Interno dell'esecutivo a trazione Lega-M5s di Giuseppe Conte decise di impedire per settimane lo sbarco sulla terraferma di 150 migranti imbarcati dalla Open Arms e per questo è indagato per sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. La sentenza è prevista a ottobre: «Non mi fermeranno mai, nemmeno se mi condannassero a 15 anni», ha detto il segretario leghista a Palermo lo scorso 14 giugno all'ultima udienza.
La decisione di Salvini faceva parte di una strategia decisa collegialmente dall'esecutivo gialloverde, eppure secondo il Procuratore aggiunto di Palermo Marzia Sabella «nasce solo dal perseguimento di una proficua campagna elettorale volta ad acquisire consenso», come del resto avrebbero ipotizzato a dibattimento lo stesso Conte, Luigi Di Maio e Danilo Toninelli», tutti ex alleati col dente avvelenato, come se il leghista avesse agito alle loro spalle. La strategia mirava invece a scongiurare il traffico di uomini e vanificare gli accordi tra le Ong come Open Arms e gli scafisti, emersi appunto da una serie di prove mai acquisite dalla Procura.
Grazie ad alcune indiscrezioni di stampa venne infatti fuori che c'era una relazione del sommergibile Venuti della Marina militare proprio sulla Open Arms nella quale si parlava di «anomalie» nei comportamenti della Ong spagnola come il cambio repentino di rotta e alcune comunicazioni sospette in spagnolo via radio tra Open Arms, Alarm Phone (la Ong che riceve gli Sos dai migranti, ndr) e i trafficanti di uomini. Un sospetto corroborato dalle deposizioni di tre poliziotti infiltrati nelle Ong. I pm non si fidano e li vogliono interrogare.
Quando l'allora presidente della giunta per le Elezioni e le immunità parlamentari Maurizio Gasparri scoprì che né la Procura di Palermo né quella di Agrigento avevano depositato questo rapporto ai parlamentari che dovevano decidere se processare Salvini, ha denunciato la pm di Agrigento (oggi a Padova) Cecilia Baravelli e gli aggiunti di Agrigento e Palermo, Salvatore Vella (oggi Procuratore di Gela) e la stessa Sabella per abuso d'ufficio.
Ieri la gip di Caltanissetta Emanuela Carrabotta ha disposto l'archiviazione: anche se giudici e Parlamento ne erano all'oscuro, non depositare quegli «atti» rientra nella «discrezionalità» tipica e nella «valutazione di tecnica investigativa» da parte dei pm, considerati «esperti di indagini sulle Ong». L'informativa della Marina peraltro sarebbe stata «neutra», così come cambi di rotta e comunicazioni in Vhf tra Ong sarebbero «prassi».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.