L'ultima giravolta di Conte: ora è lui l’irresponsabile

Nell'estate 2019, in occasione della crisi del Papeete, Conte definì Salvini un irresponsabile e lo attaccò duramente per aver fatto cadere il suo governo

L'ultima giravolta di Conte: ora è lui l’irresponsabile

"Chi subì il Papeete 1 adesso sta facendo il Papeete 2”. Luigi Di Maio attacca, pur senza citarlo, Giuseppe Conte per aver di fatto aperto una crisi di governo estiva, proprio come fece Matteo Salvini nell'agosto del 2019.

“Da loro non accettiamo lezioni di coerenza”, aggiunge il ministro degli Esteri che nelle scorse settimane ha fondato 'Insieme per il futuro' proprio per sostenere il governo Draghi, dato che aveva intuito già da mesi che Giuseppe Conte voleva arrivare alla rottura definitiva. Ed è proprio la coerenza che manca al leader del M5S. Prima presidente del Consiglio sovranista, poi leader europeista, uomo di centro, quindi improvvisamente di sinistra, e intanto amico di Trump, della Russia e grande fautore della Via della seta per la Cina. L'avvocato di Volturara Apulla, in questi anni, è stato capace di tutto. Dopo la caduta del governo gialloverde di ispirazione sovranista, ha accettato di guidare europeista col Pd e, ora, spera di rifarsi il look facendo affondare il governo Draghi. Eppure, il 20 agosto del 2019, Conte, prima di salire al Colle per rassegnare le dimissioni, attaccò Salvini con le peggiori accuse. L'allora premier definì il leader del Carroccio un “irresponsabile”, dotato di “scarsa responsabilità istituzionale” e “grave carenza di cultura costituzionale”.

Per Conte, Salvini era privo di “cultura delle regole” e fonte di “confusione” in Ue, mentre oggi gli appare del tutto legittimo aprire una crisi mentre l'inflazione galoppa al 9% e la Russia minaccia l'Europa con la guerra in Ucraina. “La decisione di innescare la crisi è irresponsabile”, diceva Conte che, poi, scandiva: “Per questa via il ministro dell’Interno ha mostrato di seguire interessi personali e di partito”. Parola di questo tenore, rilette oggi, alla luce delle dimissioni del premier Mario Draghi, fanno riflettere perché, sinceramente, molti sia dentro sia fuori il M5S, non capiscono quali siano le reali motivazioni di questa crisi, se non quella di cercare di risalire nei sondaggi. “Quando si assumono così rilevanti incarichi istituzionali si assumo precisi doveri verso i cittadini e verso lo Stato”, ammoniva Conte, fortemente critico verso la scelta di Salvini perché“votare ogni anno è irresponsabile”. Indurre, invece, un ex governatore della Banca Centrale Europea, stimato in tutto il mondo, a rassegnare le dimissioni e portare il Paese al voto in un contesto nazionale e internazionale di crisi economica (e non solo), a quanto pare, secondo Conte, non è un atto irresponsabile.

“Perché aprire la crisi in pieno agosto quando era già grave l’insofferenza della Lega dopo le Europee?”, si chiedeva l'ex premier in quel famoso discorso. Domanda lecita che oggi fa sorgere gli stessi interrogativi a chi cerca di trovare una spiegazione logica al caos in cui Conte e il M5S stanno trascinando l'Italia.

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