Due decreti per l'emergenza economica in arrivo. Uno è quello già previsto con la proroga della Cassa Integrazione. L'altro, reso necessario dalle ultime novità, quello con i «ristori» a favore delle categorie più colpite dal Dpcm varato venerdì dal governo, con la stretta sugli esercizi commerciali. Sono «più di 300mila, forse 350mila» gli interessati, secondo la stima fatta ieri dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Il secondo decreto è il più urgente, atteso già oggi o domani a un consiglio dei ministri ad hoc, come confermato ieri dal premier Giuseppe Conte. Obiettivo, farlo andare in Gazzetta ufficiale già domani e fare partire gli aiuti a metà novembre, non più tardi. I ristori arriveranno sui conti correnti degli interessati tramite bonifico dell'Agenzia delle entrate. Come era già successo per gli aiuti a fondo perduto del decreto Rilancio. La misura di partenza è appunto il contributo a fondo perduto dell'estate scorsa, che consiste nell'erogazione ai titolari di attività d'impresa, di lavoro autonomo e agricole, di un bonus calcolato sulla perdita di fatturato subita. Dovrebbe restare il tetto su compensi o fatturato di 5 milioni di euro, l'ammontare del contributo è determinato applicando una diversa percentuale alla differenza tra l'importo del fatturato dell'anno scorso e quello del periodo coperto dal bonus nel 2020.
Gli importi sono calcolati sulla differenza: il 20% se i ricavi e i compensi dell'anno 2019 sono inferiori o pari a 400mila euro; 15% se superano i 400mila; il 10% tra un milione e 5 milioni di euro. Importo minimo, mille euro al mese per le persone fisiche, 2mila per le società. Aiuti insufficienti. Al ministero dell'Economia si stanno infatti studiando altri tipi di intervento, sul tipo di quelli adottati dalla Germania, che incidono sui costi fissi. Il premier Conte ha citato uno atteso, la cancellazione della seconda rata dell'Imu del 16 dicembre, sempre a favore delle categorie colpite e l'estensione del credito di imposta per gli affitti commerciali anche per i mesi di ottobre e di novembre. Ma potrebbe esserci dell'altro. La sospensione delle regole sugli aiuti di Stato da parte dell'Unione europea ha aperto la strada a incentivi specifici, che l'Italia non ha ancora adottato. Ad esempio lo Stato che si fa carico delle bollette energetiche.
Il vincolo resta quello di bilancio. Il premier ha ringraziato il ministro Gualtieri e la Ragioneria Generale dello Stato per avere individuato le risorse utili a coprire l'emergenza. La precedente versione degli aiuti a fondo perduto superò lo stanziamento previsto, avvicinandosi a 7 miliardi. Ora ce ne sono due e ne servono quattro o cinque, dovrebbero essere trovati in un fondo dell'ultima legge di Bilancio. A breve arriverà anche l'altro decreto, quello dedicato alla estensione della Cassa integrazione fino alla fine dell'anno.
Il premier Conte vuole fare in fretta. Evitare che si ripetano i ritardi e quindi il tempo per fare entrare nuovi strumenti è poco.
Prima arriverà il decreto e poi l'incontro con le parti sociali, promesso ieri a Confesercenti.
Tutto sotto controllo sul fronte dei conti, come assicura il premier? Difficile. Non è ancora possibile misurare gli effetti del nuovo decreto. E nemmeno la portata della seconda ondata da un punto di vista sanitario. Ed è così che ieri il governo, non solo al ministero dell'Economia, si ricominciava a ragionare sul Mes.
Difficile giustificare la rinuncia alla nuova linea di prestito del Salva Stati, di fronte all'esigenza improvvisa di rifinanziare una nuova ondata di sussidi a fondo perduto. Ma almeno fino ieri il governo non ha fatto il grande passo. Anche perché, spiegava una fonte di maggioranza, i tassi sono talmente bassi che non c'è necessità di finanziarsi fuori dal mercato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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