Giuseppi, un vero CamaleConte. Ecco il pagellone della (s)fiducia

Conte in piedi grazie ai voltagabbana. Come si è ridotta la politica! Razzi: "Nessuno rinuncia a 12mila euro al mese, e che sono fessi?"

Giuseppi, un vero CamaleConte. Ecco il pagellone della (s)fiducia

Dopo giorni di ansie e paure il governo Conte può tirare un sospiro di sollievo: è salvo! Almeno per ora. Da oggi è tutto in salita, come quella che dovrà fare l’avvocato oggi per andare al Colle. Nonostante i numeri risicati c’è chi esulta per il grande risultato raggiunto. "156 voti ci consentono di andare avanti, pensavamo peggio. La paura era fermarsi a 153. Certo, non so se riusciremo ad arrivare al 2023 in queste condizioni", dice sottovoce un "pontiere" grillino intercettato nel transatlantico subito dopo il voto. Bisogna ringraziare Lello Ciampolillo, Riccardo Nencini e i senatori a vita. Come si è ridotta la politica, il Paese. Giuseppi prende tempo, sa che la maggioranza ottenuta è ben lontana da quella assoluta (servono 161 voti per avere pieno controllo sul Senato e governare un Paese in emergenza ndr.) ma lui ora sogna il suo partito: "Insieme". Sì, a Tabacci, alla Polverini e a Nencini e Ciampolillo…

GIUSEPPE CONTE – VOTO 3

L’avvocato si merita un'insufficienza piena per il suo trasformismo, da sovranista si è scoperto socialista. Un vero CamaleConte. Cosa non si fa pur di rimanere attaccati alla poltrona… peccato che manchi un programma vero, concreto. Difficile da portare avanti con una maggioranza risicata nonostante nei prossimi giorni nascerà un gruppo a sostegno di Giuseppi. I parlamentari pronti ad aderire sono pochi perché poche sono le poltrone e già è nata la guerra interna ai dissidenti per accaparrarsi il primo posto. Chi la spunterà? Beh, sicuramente Ciampolillo e Nencini che, con le loro assenze strategiche hanno fatto notare il loro peso, come a dire “Giuseppe, sei salvo grazie a noi… sappiti regolare”.

MATTEO RENZI – VOTO 4

Avrebbe potuto far saltare il tavolo, ma non lo ha fatto. Italia Viva si è astenuta e non ha votato contro Conte. Il ganzo di Firenze non ha avuto poi così tanto coraggio. Nessuno ha capito la crisi, “nemmeno i miei amici al bar” ha detto in aula. Renzi è stato spiazzato, non si aspettava che Conte sarebbe arrivato fino in fondo. Il suo obiettivo era aprire la crisi, far dimettere Conte e portare a Palazzo Chigi un altro inquilino. Ha fatto i conti senza l’oste.

NICOLA ZINGARETTI – VOTO 4

Si è attaccato al Movimento 5 Stelle e non ha avuto coraggio per dare un vero rilancio al Paese. Zinga è rimasto alla finestra, a guardare. Oggi ha scritto: “È stato evitato un salto nel buio. Ora dobbiamo ritornare a occuparci dei problemi degli italiani. Affrontare le emergenze, gestire il piano vaccinale, portare avanti il RecoveryPlan e l'agenda delle cose da fare. Gli italiani non devono essere lasciati soli.” Sì, ma con quale maggioranza?

LELLO CIAMPOLILLO – VOTO 9

Premiato solo perché ha saputo badare bene ai suoi interessi dando fiducia a Conte. Uscito dal Senato dopo il voto ha subito dichiarato: “L’Agricoltura mi potrebbe piacere molto perché mi sono impegnato molto nella mia splendida Puglia per combattere la xylella”. Furbo il senatore…

GIANMARCO CENTINAIO – VOTO 8

L’ex ministro dell’agricoltura è riuscito a sintetizzare bene quanto accaduto in questi giorni, nonostante sia leghista: “Avvocato Conte, lei è come l’omino Playmobil, che potevi trasformare come volevi, in tanti personaggi... È un premier per tutte le stagioni, vada a casa!”

EMMA BONINO – VOTO 10

“Ma davvero vogliamo morire con il Conte tre? Non c’è nessuno di più presentabile?” Si è chiesta (giustamente) la storica radicale oggi senatrice di +Europa. Lei non vota la fiducia… “Ma l’ha letto il recovery fund? L’Europa così non ci darà una lira. Mi chiedo cosa faccia il Pd, perché non faccia pesare i suoi voti. Possiamo andare avanti con Bonafede e Azzolina? Con i veti al Mes? E se anche prenderanno una manciata di voti come faranno a governare? Come andranno avanti nelle commissioni? Così si rischia la paralisi”.

FEDERICO D'INCA’ – VOTO 3

Il ministro per i rapporti con il Parlamento non è riuscito nel suo intento: acquistare nuovi senatori per conto di Giuseppi che lo ha direttamente incaricato. Durante l’intervento dell’avvocato in aula lui, il mercante, era intento a persuadere ex grillini e centrsiti nelle salette attigue al transatlantico. Il “Noooo, assolutamente… Mai!” di Mario Gianrusso, ex grillino della prima ora, (espulso perché non versava parte del suo cospicuo stipendio al Movimento) è risuonato per tutto il Senato. D’Incà non è passato inosservato tanto quanto i due forzisti che hanno voltato le spalle a Silvio Berlusconi.

GLI EX FORZISTI – BOCCIATI

Maria Rosaria Rossi al Senato e Renata Polverini alla Camera hanno fatto da stampella a Conte. Bocciate!

ANTONIO RAZZI – 10

"Volenterosi? Costruttori? Non cambia nulla, la minestra è sempre la stessa!

Nessuno rinuncia a 12mila euro al mese, e che sono fessi?". L’ex senatore da sempre accusato di essere un voltagabbana è arrivato a Roma per gustarsi lo spettacolo e pagare le bollette. La sua sincerità si merita l'eccellenza.

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