Gorgona, l'ultima isola-carcere apre ai turisti

Per vederla bisognava prendere appuntamento. Da primavera sarà visitabile da tutti

Gorgona, l'ultima isola-carcere apre ai turisti

Torri, ponti, colline, fisionomie colorate e selvagge, acciottolate e lontane. O meglio, non così lontane: ma certamente inaccessibili. Così sono state le nostre storiche «colonie penali», le cosiddette «isole carcere» deputate alla detenzione di nemici politici o di figure ritenute pericolose e quindi confinate alla prigione su un'isola: pratica che ha reso impossibile (o comunque complicato) per secoli l'avvicinamento di civili e l'accesso dei turisti, ma che, in qualche caso, ha preservato isole di una bellezza mozzafiato che oggi è disponibile al pubblico. L'ultima di queste è Gorgona, in Toscana. Le visite, qui, saranno possibili a partire dalla primavera; chi in passato avesse voluto godere della bellezza di Gorgona, era costretto a contattare la cooperativa del parco naturale del posto e prenotare una visita su appuntamento, impossibile senza un'autorizzazione del ministero della Giustizia. La svolta è arrivata ieri: il Comune di Livorno, l'Ente parco nazionale dell'Arcipelago Toscano e la direzione del carcere di Livorno hanno firmato in mattinata a palazzo comunale un protocollo d'intesa relativo alla fruizione di tutti gli aspetti dell'isola. «Vogliamo puntare al rilancio del territorio sotto tutti i punti di vista ha spiegato il sindaco Filippo Nogarin - : quello della riscoperta turistico-naturalistica, produzioni agricole e animali, cura del carcere e della sua unicità nell'esecuzione della pena. La ricchezza della Gorgona invece non deve andare perduta». Non solo la Gorgona è una meravigliosa colonia penale immersa nel nostro mare. Ventotene, nel Lazio (arcipelago delle isole ponziane), è una delle più antiche: nel suo carcere fu imprigionata la moglie dell'imperatore Nerone, Claudia Ottavia, accusata ingiustamente di adulterio. Oggi, il vecchio carcere è una casa per vacanze; e la spiaggia di Calaneve è un magnete per i turisti. Pantelleria, in Sicilia, oggi paradiso dei turisti, fu trasformata in colonia penale durante il dominio borbonico (1600). E in Toscana, come la Gorgona, l'isola di Capraia è stata una colonia penale fino al 1986: isola vulcanica più in prossimità della Corsica che delle coste italiane, risplende della bellezza del «forte di San Giorgio», che consentiva alle popolazioni di difendersi dai pirati. Capraia fa parte di un parco marino protetto, ed è esplorabile grazie ai sentieri per il trekking e in barca.Anche Montecristo è in Toscana. E ha una fama planetaria grazie al romanzo di Alexandre Dumas Il conte di Montecristo. Colonia penale dal 1874 al 1884, è amata da tutto il mondo per l'ardore selvaggio del panorama, così incontaminato da costituire una riserva per la biodiversità per l'Unione Europea. Riserva Naturale dello Stato dal 1971, solo mille visitatori all'anno ottengono il permesso di mettervi piede.I Borboni, nel 1700, costruirono una prigione a Santo Stefano (Lazio): questo ne fece un'isola carcere. Oggi la prigione è abbandonata. I prigionieri che dormivano nelle celle affacciate sul mare non avevano una finestra. Era meraviglioso e a un palmo da loro, ma non potevano vederlo. Anche gli splendori di Favignana (isole Egadi) sono stati una prigione. Precisamente, all'epoca in cui l'Italia invase la Libia (1911).

E così Ponza, l'isola Vip, dove fu prigioniero Mussolini nel 1943. Poi c'è Asinara (Sardegna), ex colonia penale: oggi è un parco naturale con ben 650 animali, che vivono beati tra coste asprissime, cale e spiagge dall'aspetto incantato.

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