Il ministro della Giustizia Andrea Orlando cerca di tranquillizzare, dopo l'approvazione notturna della «non punibilità» per i reati di lieve entità, da parte del Consiglio dei ministri. Ma le proteste si sono già alzate, durissime da parte della Lega e di Fratelli d'Italia, numerose tra i parlamentari di Forza Italia e pungenti anche da esponenti della maggioranza di Ncd. L'accusa si può sintetizzare così: il governo è ossessionato dalla corruzione e poi chiude gli occhi su furti, truffe e violenze.
Mentre l'Anm e magistrati come il procuratore di Torino Armando Spataro applaudono, questi politici parlano di «follia» e promettono battaglia in parlamento, dove il provvedimento dovrà avere il parere delle Commissioni competenti, prima di tornare a Palazzo Chigi per l'ok definitivo. La legge, assicura il Guardasigilli, riguarderà fatti non gravi e che non destano allarme sociale. Lo spettro, però, è piuttosto ampio: dalla truffa alla bancarotta semplice, dalla violazione di domicilio all'omissione di soccorso, dall'appropriazione indebita all'interruzione di pubblico servizio. Per il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, ce n'è abbastanza per dire no. «Pazzesco - attacca su Facebook - Niente galera per chi commette furto, danneggiamento, truffa e violenza privata. Con la sinistra al potere, l'Italia diventa il paradiso dei delinquenti». Assicura che non si rassegnerà, il leader leghista, e preannuncia «opposizione totale a questa follia». E Nicola Molteni, capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia, parla di «decreto salva-ladri», di «dono natalizio ai delinquenti», di «emergenza furti e piccoli reati», proprio quando lo Stato «legittima a rubare e bastona gli onesti».
Orlando accusa la Lega di fare «propaganda»: «Non è una depenalizzazione, la galera non c'è per questo tipo di reati. Che spesso sono bruciati dalla prescrizione, perché le procure hanno cose più gravi di cui occuparsi». E il viceministro Enrico Costa ricorda che «i tribunali sono intasati da processi per fatti minimi o irrilevanti, che possono invece essere risolti in sede civile». Donatella Ferranti del Pd liquida la «grancassa leghista» come strumentale: «Si tratta solo di evitare processi e dispendio di energie e risorse per il classico furto di una mela». Replica Luca Squeri di Fi: «Ma di mela in mela poi l'albero si svuota». E ricorda lo studio di Confcommercio-Eurisko, secondo il quale il 55 per cento delle imprese italiane soffre la piaga del taccheggio. Non è l'unico tra gli azzurri ad avere molte perplessità. Maurizio Gasparri raccomanda «cautela» al governo e vuole esaminare «con molta attenzione» il provvedimento. Perché, dice, il diritto penale «non può essere piegato a esigenze che i cittadini potrebbero difficilmente comprendere». Le parole di Orlando non lo convincono, né «cancellano le preoccupazioni di tanti, che condivido e che intendo affermare quando si arriverà ai pareri parlamentari». E Deborah Bergamini denuncia il «rischio moltiplicazione condotte criminose». Colpisce che tra i critici ci siano anche esponenti di Ncd, come Roberto Formigoni. Parla di «molto allarme, giustificato, in tutta Italia, per il ripetersi di episodi di criminalità e in special modo per l'intrusione nelle abitazioni private».
«Non vanno lasciati impuniti - afferma - né guardati con indulgenza i vari tipi di crimine».Assolutamente contro è Fdi. Scrive su Facebook il presidente Giorgia Meloni: «Finalmente grazie a Renzi è ufficiale: dalla certezza della pena alla certezza della impunità». Grida «Vergogna!» su Twitter Ignazio La Russa.
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